Il versante nord dell’Etna sotto l’assedio degli incendiari. A Castiglione di Sicilia e Randazzo, ieri pomeriggio, sono divampati due grossi incendi, di chiara origine dolosa, che hanno distrutto diversi ettari di macchia mediterranea, minacciando i preziosi boschi del Parco dell’Etna e mettendo a repentaglio la vita di un operaio antincendio di Randazzo, costretto al ricovero in ospedale (poi dimesso) per un principio di intossicazione da fumo. Se a Castiglione un grosso rogo divampato intorno le 13,15 in contrada Balsamà, in tre ore ha distrutto 5 ettari di castagneto e bosco di roverella – prima che un elicottero e le squadre antincendio a terra al comando del distaccamento forestale di Linguaglossa riuscissero a sedare le fiamme – a Randazzo per un attimo si è temuto che il fuoco potesse raggiungere monte Spagnolo ed il prezioso bosco che lo caratterizza. Per questo è stato chiesto un imponente intervento aereo che ha operato fino a sera, prima di avere ragione delle fiamme. L’allarme è scattato intorno alle 12, quando dalla contrada Sciarone è stato notato del fumo. Le squadre antincendio non hanno fatto in tempo a recarsi sul posto che altri focolai venivano segnalati: «In poco tempo ne abbiamo contati 5 – ci ha detto un operaio in tuta arancione – il vento poi non ci sta aiutando». Così sul posto il comandante della Forestale di Randazzo, Alfredo Spartà, considerata l’inaccessibilità a piedi delle zone teatro degli incendi, ha fatto arrivare due “Fireboss”, piccoli aerei antincendio ed un grosso canadeir che, prelevando l’acqua dal lontano lago di Pozzillo, hanno effettuato 44 lanci di acqua e ritardante, permettendo al fuoco di avanzare solo fino all’arida colata lavica del 1981, dove poi si è fermato. L’impegno della Forestale così si è concentrato verso monte, dove l’elicottero della Forestale ha effettuato 207 lanci d’acqua prima di avere ragione, intorno le 20, del rogo. In azione anche i vigili del fuoco di Maletto. Alla fine ingenti i danni. Più di 100 ettari di terreno in fumo.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 10-08-2010
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