Le fragole di Maletto sono e restano le più buone e dolci che si possano assaggiare. Sempre più richieste, ormai sono conosciutissime e non solo in Sicilia. Se da una parte la propaganda ha ritagliato un mercato di nicchia al rosso frutto malettese, i produttori del luogo però non sembrano ricavare economie proporzionalmente alla fama del frutto, e sembra lontanissima l’ipotesi che tutta Maletto utilizzi un disciplinare produzione che garantisca unicità e tracciabilità al prodotto. I motivi di tutto ciò li spiega benissimo il presidente del Consorzio Etna fragole di Maletto, Antonino Carruba che ci dice: «Il problema più grosso della commercializzazione della nostra fragola è rappresentato dalla dispersione dell’offerta. Ogni singolo produttore commercializza per conto proprio. E siccome la domanda ormai è concentrata nelle mani di pochi che non rappresentano i produttori, i risultati li intuite bene da soli». Lei si riferisce ai commercianti? «Purtroppo sì. – risponde – una figura intermedia che impedisce a noi produttori di vendere direttamente». Un problema che al momento non è di facile risoluzione «L’unico modo che abbiamo per sgusciare via da questa tenaglia è l’aggregazione. Insieme si potrebbero bypassare gli intermediari ed affrontare la distribuzione. Fino a oggi però l’individualismo ha prevalso su tutto, tant’è che su circa 50 produttori malettesi al consorzio ne sono iscritti appena in 13. In passato abbiamo tentato campagne di adesione, ma affrontare argomenti come l’adozione del disciplinare ha provocato divisioni». Un problema che blocca anche il riconoscimento dell’Igp «E’ vero, ma ci siamo un gruppetto di produttori determinati ad adottare il disciplinare ed ottenere il marchio. Questo Consorzio punta a gestire in autonomia l’intera filiera. Certo non so quando potremo riuscirvi, ma le intenzioni sono queste. Per questo invito i produttor ad aderire al consorzio»Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 14-06-2009