Nell’attesa della manifestazione contro ogni tipo di ridimensionamento dell’ospedale, che si terrà a Bronte sabato 18 dicembre, i sindaci dei Comuni del comprensorio lanciano un appello affinché il presidio ospedaliero brontese non solo non subisca tagli, ma venga potenziato. “Mi rendo conto che per le scelte adottate a Palermo l’ospedale di Bronte è una delle tante vittime. – ci dice il sindaco di Bronte, Pino Firrarello – Per noi però è un bene irrinunciabile e ricordiamoci che assicura servizi in un’area distante dalla città”. “E’ grave sapere che questo ospedale, ultimo baluardo per un intero territorio, rischia di chiudere piano piano per la carenza di servizi resi. – ha aggiunto il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo – La gente deve sapere che continuando così la sanità sarà garantita solo a Catania”. “Tutta la popolazione di Maniace è convinta della necessità dell’ospedale di Bronte. – ha aggiunto il primo cittadino di Maniace, Salvatore Pinzone Vecchio – Che l’assessore Russo venga da noi per rendersi conto quanto è distante il più vicino ospedale”. “E’ necessario un riordino della Sanità – ha replicato il presidente del Consiglio di San Teodoro, Salvatore Zingale – Pensate che San Teodoro, distante da Bronte 18 chilometri, è legato all’ospedale di Taormina lontano circa 75”. “Questa volta dobbiamo combattere. – ha esclamato il sindaco di Maletto, Pippo De Luca – Sappiamo che non abbiamo più l’Urologia e che l’Ortopedia è prossima alla chiusura. Sappiamo anche che la Radiologia ed il Laboratorio analisi sono diventate unità semplici e che per un solo esame di emocromo un’ambulanza deve partire per fare effettuare le analisi a Paternò”. I sindaci all’unisono hanno confermato che non gli basta ricevere assicurazioni sul fatto che l’ospedale oggi non chiuderà. Sanno bene, infatti, che con il personale ed i servizi ridotti i pazienti si allontaneranno, decretando, fra qualche anno, la sua chiusura.
LA RIUNIONE COI SINDACATI
Carenza di personale che per giunta è precario, attrezzature di diagnosi obsolete, troppi medici a scavalco e lavori di ristrutturazione che rischiano di non finire mai. Sono solo alcuni dei problemi dell’ospedale di Bronte posti evidenza durante un vertice con le organizzazioni sindacali ospedaliere, organizzato dal sindaco di Bronte, Pino Firrarello e dal presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta, cui hanno partecipato i dottori Salvatore Cutrì e Renato Passalaqua rispettivamente dell’Anau e del Cimo, Ignazio Meli e Zina Carroccio della Cisl, Damiano Ferrara della Uil, Salvatore Tirendi del Nursing e Umberto Pulvirenti della Fials. “Vogliamo sapere oggi – ha affermato il sindaco – che livello di qualità sanitaria il nostro ospedale è in grado di garantire”. “Sappiamo – ha aggiunto il presidente Gullotta – che il piano di rientro ci costringe a sacrificare qualcosa, ma siamo pronti a difendere i diritti dei residenti della nostra città e dell’intero comprensorio”. E buona parte dei rappresentanti sindacali nel fotografare lo stato di salute dell’ospedale sono stati lapidari: “Se non si interviene – hanno dichiarato in maggioranza – a metà del 2011 si chiude”. A penalizzare la qualità dei servizi ci sarebbero innanzi tutto il prolungarsi dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale, ma anche la carenza di organico che vede solo 3 medici dirigere le unità operative con continuità, gli altri dirigenti, se ci sono, lavorano a scavalco. Inoltre durante il vertice è stato evidenziato come neanche un paziente con un principio di infarto troverebbe immediata assistenza, poiché il prelievo del sangue deve essere esaminato a Paternò. “Se un reparto – ha affermato Firrarello – deve essere costituito da un dirigente, 6 aiuti e 3 medici in disponibilità. Mi chiedo quanto l’ospedale di Bronte sia lontano da questi standard”. Infine sono state evidenziate le prime 3 priorità. Per tutti, infatti, l’ospedale deve essere in grado di saper gestire in autonomia le emergenze, bisogna che finiscano i lavori e che l’Asp si decida ad assumere medici a tempo indeterminato.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto