Un avvincente viaggio nella storia della politica italiana dell’ultimo cinquantennio e insieme una appassionante parabola umana e professionale. Questa la duplice valenza del nuovo libro del Sen. Pino Firrarello, “Un contadino al Senato”, con la prefazione di Angelino Alfano. Una autobiografia intensa ed emozionante di un protagonista della politica nazionale che ripercorre le tappe della sua vita, dal tramonto della società agricola alla difficile contemporaneità. La prima tappa della straordinaria avventura politica dell’autore è a Bronte che ben presto diventa la sua patria. Dalla militanza nella DC degli anni ruggenti, l’autore avvia una intensa attività politica a partire dal territorio che gli consentirà di conseguire risultati sempre più significativi, dall’elezione a Sindaco di Bronte a quella in cui diviene Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana fino all’approdo al Senato. Una autobiografia coinvolgente, romanzo di formazione, narrazione esemplare, storia della politica italiana, il libro del senatore Firrarello alterna, alla rappresentazione di eventi della sfera pubblica e privata, intime confessioni, riflessioni sui valori e le esperienze di un’intera vita vissuta da uomo “innamorato della natura e della politica”. Una vita che, sottolinea l’autore, “è bella. Bella fino al punto che ad un contadino è stato concesso di governare con impegno e buon senso la Regione Siciliana e di ‘sedersi’, per lungo tempo, al Senato della Repubblica”. E ieri mattina alle ore 10, a Roma presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, il libro è stato presentato del Presidente del Senato, Renato Schifani, alla presenza oltre che dell’autore, del segretario Pdl Angelino Alfano, del presidente della VII Commissione Istruzione e Beni Culturali, sen. Guido Possa e del senatore Tomaso Zanoletti. “In questo libro non ho nascosto nulla. – afferma l’autore – Ho cercato di descrivere un viaggio che dalla giovinezza vissuta a San Cono arriva fino ai primi dialoghi con Buttiglione ed alla candidatura al Senato. In questo libro – conclude – ammetto anche quelli che considero errori, ed il rammarico per una Sicilia che poteva essere, e che purtroppo non è”.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto