Ennesimo duro colpo agli esponenti della malavita di Bronte. Ad infliggerlo è stato il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania che ha sequestrato le attività commerciali, i beni mobili ed immobili e le disponibilità bancarie riconducibili al brontese Antonio Gaetano Di Marco, 42 anni, personaggio noto alle forze dell’ordine. Un capitale di circa 3 milioni e mezzo di euro composto da auto, case, denaro liquido e pure un’intera cava per l’estrazione di inerti. Gaetano Di Marco è accusato di far parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Randazzo nell’ambito dell’operazione “Trash” e condannato a 12 anni e 6 mesi di reclusione, oltre a 40 mila euro di sanzione, perché indicato come il reggente della cosca brontese al posto di Francesco Bozzone Montagno, già da tempo in carcere per altri motivi. Così i finanzieri hanno indagato sul patrimonio suo e dei suoi parenti più stretti, puntando i riflettori su ogni movimento. La svolta alle indagini è arrivata esaminando la dichiarazione dei redditi. Troppo misera per giustificare la proprietà di quel “tesoretto” al punto da far sospettare che questo provenisse da affari illeciti, come recita anche la vigente normativa antimafia. In pratica, gli accertamenti economico-patrimoniali hanno rivelato un’effettiva sproporzione tra i redditi dichiarati ai fini delle imposte dirette, sulla carta a malapena sufficienti alla mera sussistenza del nucleo familiare ed i beni e quote societarie possedute. Su queste basi il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura distrettuale, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo riguardante due immobili, due autovetture utilizzate dal nucleo familiare di Di Marco, tutti i rapporti bancari intestati o comunque riconducibili a Di Marco ed anche la ditta individuale e le sue società che sono “Inert Srl”, “Ese Srl” e “Di Marco Calogero di Di Marco Salvatore & C. s.n.c.”, tutte con sede sociale a Bronte ed operanti nel settore del ciclo del cemento. Il sequestro dei beni di Di Marco da parte della Guardia di Finanza chiude forse definitivamente i conti della Giustizia nei confronti della cosca brontese attualmente in carcere, perché schiacciata dalle prove fornite dai carabinieri. Con questo sequestro sale a 19 milioni di euro il valore dei beni sequestrati dalla Gdf di Catania dall’inizio dell’anno ad oggi.
P. G. Fonte “La Sicilia” del 05-08-2009