La crisi del settore tessile di Bronte diventa per le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil un caso nazionale. Si sono svolte ieri due assemblee di lavoratori in altrettante aziende tessili, cui hanno i partecipato i segretari generali dei tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. A Bronte, infatti, sono giunti Pasquale Rossetti della Uilta – Uil, Stefano Ruvolo della Fenca Cisl e Rosalba Cicero della Filtea Cgil, invitati rispettivamente dai rappresentanti locali Salvino Luca ed Enza Meli della Uil, Rosario Gangi della Cisl e Gino Mavica della Cgil per partecipare agli incontri cui non sono mancati rappresentanti sindacali provinciali e regionali. Due assemblee che hanno evidenziato le due facce della medaglia della crisi del comparto tessile di Bronte. La prima quella dell’azienda “Tagli e confezioni” che, nonostante il continuo peregrinale dei titolari non è riuscita ad ottenere nuove commesse, con l’ombra del licenziamento che rischia di farsi reale per le 40 dipendenti, cui il 2 giugno scade il periodo di sospensione. La seconda quella del gruppo “Bronte Jeans” che invece di commesse nuove ne ha trovato al punto che fra i circa 250 dipendenti solo 60 attualmente sono sospesi con buone possibilità di rientrare al più presto. Il pericolo crisi, però, rimane per tutti come una spada di Damocle. «Per i lavoratori a rischio – ha affermato Rossetti della Uil – la legge garantisce la cassa integrazione straordinaria. Il sindacato deve aprire un tavolo di concertazione con le aziende committenti affinché a Bronte tornino le commesse». «Tavolo di concertazione che tenteremo di instaurare già da domani – ha ribadito Ruvolo della Cisl – è bene che le Aziende a Bronte si consorzino per abbassare i costi, recuperare tutte le provvidenze possibili e creare un marchio proprio». Percorso già attuato con il consorzio Sicilia Moda. «Siamo venuti – conclude Rosalba Cicero della Cgil – per sostenere i lavoratori e per dire che il settore tessile ha un futuro. Proporremo una politica industriale che garantisca le aziende, impedendo la delocalizzazione del lavoro». Alla fine, Gino Mavica ha proposto un documento condiviso e sottoscritto da tutti, in cui si richiede l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali fruibili prima dei licenziamenti, che il Comune inviti Renzo Rosso titolare della Diesel a partecipare ad un Consiglio comunale aperto e che si riapra il confronto con il Governo regionale, sull’adozione di provvedimenti urgenti utili a ridurre alcuni costi dovuti al gap dell’insularità. In tutta questa vicenda, inoltre, ci sarà un risvolto giudiziario. La Bronte jeans, infatti, ha adito le vie legali contro la Diesel sostenendo che questa non poteva ridurre le commesse del 70% all’improvviso. Il 25 maggio, al Tribunale di Bronte, ci sarà la prima udienza. «Quella mattina – conclude Mavica – indiremo un presidio democratico davanti la sede del Tribunale».
Gaetano Guidotto
FONTE LA SICILIA 16-05-09