A distanza di due giorni dalla notizia shock sulla condanna a 4 anni di carcere per l’arciprete Enzo Cala Impirotta, accusato di violenza sessuale nei confronti di un ragazzo di 17 anni, la città di Randazzo rimane fortemente scossa. Questa sera alle 19, coloro che credono nell’innocenza del sacerdote che fino a qualche giorno fa era il parroco della Basilica di Santa Maria, hanno organizzato una veglia di preghiera. Il raduno è previsto alle 19 in piazza Carmine con il corteo che si muoverà fino a piazza Santa Maria. Sabato, invece, sempre alle 19, fiaccolata di solidarietà. Intanto chi domenica mattina ha partecipato alle messe di qualsiasi chiesa, ma soprattutto nella basilica di Santa Maria, ha percepito una strana atmosfera surreale. Molti ragazzi e diversi gruppi parrocchiali, con le lacrime agli occhi, si chiedevano cosa fare, con i fedeli che hanno distribuito una lettera che per “attestare la stima, l’affetto e la certezza dell’innocenza” di padre Enzo. Innocenza cui crede anche padre Pier Giorgio Rasano, cui il vescovo, mons. Antonino Raspanti, ha affidato la guida della Basilica per tutto il periodo estivo, insieme a don Maurizio Guarrera di Santa Maria la Stella. Padre Rasano, se durante la sua prima omelia, spiegando i passi del Vangelo di San Matteo, si è solo limitato ad augurare a Randazzo quel “ristoro” che Gesu riservò agli “affaticati e oppressi”, alla fine della celebrazione rivolgendosi ai fedeli ha affermato: “Continuiamo nel solco tracciato da padre Enzo. Lui è assente solo fisicamente e noi gli siamo vicini continuando la sua opera. Preghiamo – ha concluso – per una giustizia giusta ed affinché la verità trionfi”.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 08-07-204
RANDAZZO. Il vescovo Raspanti: «Fiducia nella magistratura»
“Ho appreso con profondo dolore la notizia della condanna in primo grado di giudizio del Tribunale di Catania inflitta a don Vincenzo Calà Impirotta per molestie ai danni di un giovane, 17enne al tempo dei fatti. Esprimo rispetto per il lavoro della magistratura, anche in ordine ai successivi gradi di giudizio che si renderanno necessari per fare piena chiarezza su ogni aspetto di questa vicenda”. Lo dice in una nota il vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti. “Sento, quindi, il dovere oltre che il bisogno, di esprimere una parola di vicinanza e di accoglienza per la vittima, come ho già avuto modo di fare personalmente in un incontro di qualche tempo fa – aggiunge – Allo stesso tempo invito la comunità diocesana a pregare per il sacerdote, che ha rassegnato le sue dimissioni da parroco, perché sia chiarita la sua posizione e si faccia verità e giustizia”.
Fonte “La Sicilia” del 07-07-2014