Il Museo dei Pupi siciliani di Randazzo dall’attuale esposizione all’interno del Castello-carcere di San Martino, alla restaurata sede del dell’ex mattatoio comunale che la Provincia ha restaurato. Questo prevede il progetto «Mediterranean Tales», che tradotto dall’inglese vuol dire «I racconti del Mediterraneo» che il Distretto Taormina Etna ha predisposto e presentato da finanziare con il bando «Progetti di promozione del patrimonio culturale locale» pubblicato dall’Unione Europea. Il progetto, dal respiro internazionale vede il Distretto Taormina Etna capofila di una partnership con altri tre enti, rispettivamente della Giordania, della Tunisia e della Francia. L’obiettivo è di promuovere il patrimonio culturale che caratterizza i territori coinvolti, creando una rete di cooperazione e scambi culturali. Il tema principale è, appunto, l’insieme dei racconti tradizionali, declinati su vari argomenti in ciascuno dei Paesi coinvolti: i racconti dei giochi tradizionali in Tunisia, quelli delle tradizioni musicali beduine in Giordania, i racconti ed i canti dei Bardi provenzali in Francia e proprio l’Opera dei Pupi in Italia. E la collezione di pupi siciliani di Randazzo è fra le più belle. Pensate che, fu realizzata fra il 1912 e 1915 dallo scultore Emilio Musumeci e dal suo allievo Puddu Maglia e fu utilizzata dal puparo messinese, cav. Ninì Calabrese. Della collezione una piccola parte si trova al Museo delle Marionette di Palermo, la parte più cospicua è a Randazzo nella sala quasi sotterranea, ricavata dalla pietra lavica del Castello-carcere, che nei piani superiori ospita la collezione archeologica Vagliasindi. «Finalmente – dice Del Campo – abbiamo trovato il modo per dare alla collezione dei pupi siciliani di Randazzo la giusta collocazione. La sede dell’ex mattatoio ormai da anni è stata restaurata e acquisita dalla Provincia che però alla fine non l’ha mai utilizzata. Noi già avevamo pensato di trasformarla in sede e teatro di musei itineranti. Sarà così fino a quando non diventerà sede espositiva per i Pupi”
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 13-11-2009