RANDAZZO: CENTRO VISITE OLTRAGGIATO RUBATI ANCHE I “SANITARI”

Doveva essere la “porta” randazzese dei parchi dell’Etna e dei Nebrodi, in grado di fornire agli escursionisti e agli amanti della natura tutte le notizie necessarie per fruire delle bellezze delle due aree protette. Parliamo del Centro visite dei parchi di Randazzo, in contrada Donna Bianca. Un affasciante rustico che si affaccia sul torrente Annunziata e per cui in passato sono stati spesi quasi 500mila euro. Oggi non solo la struttura non è mai stata utilizzata, ma, abbandonata a se stessa è in preda ai vandali che hanno divelto infissi e ingresso e rubato anche i servizi sanitari. A confermarlo è il sindaco, Michele Mangione che proprio qualche giorno fa ha effettuato «l’ennesimo sopralluogo – dice – e l’ennesimo colpo al cuore. Le porte sono state ulteriormente divelte e tutti i sanitari portati via. Se prima la gestione del rustico poteva essere appetibile, adesso è improponibile». Un vero peccato. La struttura è stata ristrutturata dal Comune nel 2001 che impegnò 200milioni delle vecchie lire del proprio bilancio e ottenne la stessa cifra dai parchi dell’Etna e dei Nebrodi, 600 milioni che non bastarono, tant’è che nel 2011 l’assessorato all’Agricoltura stanziò altri 191mila euro. Si disse che la scelta del sito era appropriata perché a due passi dai più bei monumenti di Randazzo e immersa nel verde esattamente fra i 2 parchi, in una zona dalle suggestive e imponenti vedute dell’Etna e che offriva la sinuosità dei muretti in pietra lavica che delimitano ancora oggi proprietà e viuzze. Un progetto che sempre ai tempi guardava anche oltre al restauro del rustico, pensando a un percorso museale all’aperto tra le particolarità degli ambienti dei due parchi, fra varietà e contrasti della flora. In realtà non è stata ristrutturata neanche la strada di accesso e arrivare al rustico, soprattutto quando piove è veramente difficile. Forse anche questo ha scoraggiato le associazioni ambientaliste che avrebbero potuto gestirlo, ma a quanto pare per i vandali la strada non è un problema.
L. S. Fonte “La Sicilia” del 24-03-2015