Sarà la Magistratura a stabilire se furono commessi reati ambientali nei boschi dell’Etna di Randazzo. La Procura della repubblica di Catania, infatti, ha aperto una inchiesta sul taglio, avvenuto nella zona “D” del Parco dell’Etna, in località Piano D’Ario, di un bosco di oltre 2500 querce per trasformare in un vigneto un’area di quattro ettari. Tre le persone che risultano iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di violazione delle leggi ambientali sulle aree protette e deturpazione di bellezze naturali. Si tratta dell’ingegnere Nino Bevilacqua, di 48 anni, presidente dell’Autorità portuale di Palermo, il fattore della tenuta Antonio Minissale e l’agronomo Maurizio Cutrera. Le indagini, su delega del sostituto procuratore Enzo Serpotta, sono state svolte dal Corpo forestale dello Stato che a seguito anche di un esposto denuncia di Legambiente, pronta a segnalare alla Procura della Repubblica, che proprio in contrada Piano D’Ario a Randazzo erano stati tagliati diversi ettari di bosco, ha a lungo indagato. Nell’esposto Legambiente, ha denunciato come ai tempi erano stati distrutti migliaia di alberi di querce, anche di considerevoli dimensioni, al punto da rendere la zona priva di vegetazione arborea. Adesso saranno i giudici a stabilire se tagliare un bosco per riconvertirlo a vigneto è reato. Il territorio di Randazzo è diviso fra 3 Parchi, quello dei Nebrodi dell’Alcantara e dell’Etna. Vanta un patrimonio ambientale di raro valore e bellezza che potrebbe rappresentare un sicuro volano per l’economia. Per questo và salvaguardato e protetto.
P.Z. Fonte “La Sicilia” del 13-11-2010