Il più romantico dei furti? Appropriarsi di una bicicletta. Ma quando il mezzo a due ruote è un aggeggio sofisticatissimo e molto costoso che serve per le gare… E se invece di una bici, facendo rapidamente i conti, all’appello ne mancano ben venti in tre paesi? Succede nei dintorni di Bergamo in una mattinata convulsa prima di una gara juniores, la classica “Tre giorni orobica”. A protestare e, anche, imprecare in linguaggi nettamente diversi, venti corridori di Danimarca, Francia, Lituania, Belgio e…Sicilia. Cos’è successo nottetempo? “Ci stavamo preparando alla terza e ultima tappa di questa splendida manifestazione – racconta al telefono Rosario Di Paola, direttore tecnico della Sp Energia Siciliana di ciclismo – fino a tarda sera avevamo oliato i meccanismi delle bici, avevamo discusso della tattica da adottare il giorno dopo. Al mattino giunti nella hall dell’albergo di Trescore Balneario, distante 15 chilometri da Bergamo, ci siamo accorti che le bici non c’erano più. No, non le avevamo parcheggiate in cortile, ma ben piazzate in una stanza all’interno della struttura”. Campailla, Verderame, Formica e Cannistraro, i corridori danneggiati, hanno cominciato a scoraggiarsi, temendo di aver percorso tanta strada per nulla. Ma il grido d’allarme è arrivato anche da altri due centri limitrofi, in cui sono ospitate altre squadre. A Villa d’Almè e a Vertova, la banda di ladri aveva colpito con successo e con lo stesso, identico metodo. “Non è la prima volta che nel Bergamasco spariscono le bici da competizione. Pensi – racconta ancora Di Paola – che l’anno scorso, l’iridato Bettini, alla fine del giro di Lombardia, al traguardo di Bergamo, perse il suo preziosissimo cimelio da gara”. Insomma che fare? La Sp Energia Siciliana Bronte ha guardato in magazzino allargando le braccia: “Ci restavano due bici, l’unico ad essere graziato dai ladri è stato Gallo, che due settimane prima ci aveva regalato, in Calabria una splendida vittoria, la nostra ottava stagionale, a Serra San Bruno. Meno male che, ancora, nel ciclismo vero esiste la solidarietà. Alcune case produttrici, come Colnago e Scimano, hanno donato le bici a noi e ai concorrenti derubati”. Insomma, il finale lieto s’è consumato su strada. La terza tappa della Settimana Orobica si è disputata regolarmente e, nella squadra di Bronte, addirittura Cipolla era andato in fuga con la bici nuova e a lui sconosciuta. Stesso discorso per Verdirame che, alla fine, si è piazzato al 14′ posto su ben 165 concorrenti arrivati da tutta l’Europa. Le bici rubate dalla banda di specialisti? Sparite, non si trovano. Alla prossima trasferta da queste parti, magari i corridori avranno il permesso dai gestori degli alberghi e potranno andare a dormire con le due ruote sotto il cuscino. Giusto per evitare, al risveglio, amarissime sorprese.
Giovanni Finocchiaro fonte “La Sicilia” del 09-08-2008