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BRONTE: IL COMUNE REPLICA ALLA DENUNCIA DELL’ENPA

5 Marzo 2013
in Bronte
Tempo di lettura: 5 minuti
BRONTE: IL COMUNE REPLICA ALLA DENUNCIA DELL’ENPA
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Melo_Salvia 04 03 2013“Il servizio di ricovero e custodia dei cani rispetta le leggi e gli animali”

A seguito della comunicazione inviata ai media dal parte della sezione provinciale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) dal titolo “Stranezze siciliane: Il randagio ferito di Bronte aspetta i soccorsi da Crotone…  Il Comune di Bronte deporta i suoi cani malati in Calabria ed Enpa Catania lo denuncia”, il vice sindaco del Comune di Bronte, Melo Salvia Nella foto), ed il dirigente tecnico, ing. Salvatore Caudullo, replicano quanto segue: “Il rispetto e la considerazione che questo Comune riserva nei confronti di tutte le organizzazioni di utilità sociale ci ha sempre impedito di valutare negativamente l’operato di una “Onlus” come l’Enpa. “Inopportuni”, semmai, abbiamo giudicato i toni con cui questo ente ha criticato il nostro operato per contestare l’affidamento del servizio di ricovero e recupero dei cani randagi alla ditta di Crotone. Affidamento che, a nostro avviso, invece, risponde a criteri di legittimità e rispetto degli animali. Il Comune, infatti, rigettando il principio dell’affidamento diretto, a garanzia della trasparenza, ha pubblicato un bando di gara cui ha partecipato esclusivamente la ditta di Crotone. Gara aggiudicata nel pieno rispetto della legge regionale 15/2000, che, a differenza di quanto sostenuto dall’Enpa, non stabilisce che le spese rimborsabili per la custodia ed il mantenimento dei cani devono variare dai 3,50 ai 4,50 euro, ma che la misura massima di queste non deve superare i 3,50 euro per i cani di piccola taglia fino a 10 kg e 4,50 per quelli superiori. Di conseguenza la proposta al ribasso del 45% della ditta crotonese risponde perfettamente ai requisiti di legge, oltre a quelli dell’economicità e della concorrenza in un libero mercato. Detto ciò questo ente, prima di affidare il servizio, ha preteso dalla ditta aggiudicatrice, tutti i chiarimenti riguardo l’efficienza del servizio ed i riguardi verso i randagi. Vero è che questo Comune, fino ad oggi, non ha dovuto soccorrere con urgenza alcun cane ferito, ma il fatto la ditta aggiudicatrice abbia garantito di avvalersi della collaborazione di 2 veterinari che hanno lo studio a Bronte ci fa ipotizzare che vi siano le condizioni per un corretto svolgimento delle prestazioni richieste. Il contratto del resto, di fronte ad inadempienze, prevede l’applicazione di sanzioni fino alla sua rescissione.      Il Comune di Bronte rimane disponibile a fornire a chiunque opportuna documentazione a riguardo, come del resto ha già fatto con il sig. Cataldo Paradiso, qualificatosi quale membro di giunta nazionale dell’Enpa, che, presso i nostri uffici, ha avuto la possibilità di visionare gli atti ed ottenerne copia fotostatica”.

L’Addetto stampa Gaetano Guidotto 

 DI SEGUITO LA NOTA DELL’ENPA

COMUNICAZIONE AI MEDIA

Stranezze siciliane:

Il randagio ferito di Bronte aspetta i soccorsi da Crotone…

 Il Comune di Bronte deporta i suoi cani malati in Calabria ed Enpa Catania lo denuncia.

L’ha presa male (per noi benissimo invece) la Presidenza della Regione Siciliana la lettera/denuncia inviata dalla nostra sezione Provinciale al Prefetto di  Catania e per conoscenza  anche a vari altri destinatari tra cui anche l’ufficio del nostro Governatore Crocetta. L’oggetto del contendere è l’appalto di recupero e degenza dei randagi che, il Comune di Bronte ha assegnato incredibilmente ad una Ditta del Crotonese quindi in Calabria. I  nostri randagini, qualcuno anche molto datato, erano stati tolti dal loro piccolo  e consolidato mondo del canile dove vivevano da anni ed erano stati trasferiti oltre stretto dovendo sopportare  viaggio, amici umani e habitat diverso. Ci siamo quindi attivati cercando di capire, risalendo all’assegnazione e scoprendo che l’appalto riguardava non solo la degenza dei cani presenti bensì, avrebbe riguardato i futuri ospiti e persino qualsiasi servizio di recupero anche all’animale incidentato o comunque bisognoso di cure immediate da pronto soccorso. Inoltre, carte in mano abbiamo da subito appurato che la Legge di riferimento a cui  faceva testa il Bando, era la Legge Quadro 281/91 praticamente la Legge Nazionale che, come qualsiasi altra Legge Quadro, traccia delle linee generali,  alle quali le singole Regioni devono allinearsi e, di seguito demanda alle stesse Regioni il compito di recepire e promulgare la loro normativa regionale articolandone  nelle varie specifiche  le esigenze del territorio. Difatti, in Sicilia, vige per tutto il mondo legato agli animali di affezione e il randagismo, la Legge Regionale 15/2000. Detta Legge specifica minuziosamente nel suo regolamento di attuazione, costi, responsabilità e soggetti interessati. Tra queste ferree regole ci sono i costi giornalieri che i canili regolarmente autorizzati, devono chiedere alle amministrazioni e per ogni cane variano dalle 3,50 alle 4,50 euro a cane, Questa ditta del Crotonese invece è andata al ribasso di circa il 50%  Lasciamo a voi le conclusioni  e soprattutto l’incredibile risposta del Comune di Bronte che ci ha definiti “ inopportuni” lasciando intendere che, se li avessimo seccati ancora ci avrebbero  denunciato o chissà che altro. Quindi noi abbiamo preferito “non disturbarli più” rivolgendoci direttamente a chi sta sopra loro e informandoli di come le Leggi vengano del tutto ignorate ed usate a proprio vantaggio.

….Ha tanto dell’incredibile quanto scritto e verbalizzato che di sicuro chi ha redatto il contratto non ha pensato e non ha mai avuto modo di vedere un cane sanguinante eviscerato per  strada. Certo difficile dato che è tanta l’incuria delle Amministrazioni locali da risultare complicato non vedere una di queste creature per strada ma, rimane sempre difficile comunque realizzare come una Ditta debba partire con le modalità suddette (quindi entro le 24 ore  o entro  due ore ?? ) da Crotone e recarsi a Bronte, soccorrere un cane, portarlo in ambulatorio (dove?) curarlo  e rimettersi in cammino per Crotone con il cane moribondo o comunque ragionevolmente cagionevole e bisognoso di pace e cure. Ne è pensabile  che la Ditta Arca di Alcamo (TP)  (??) possa partire da Alcamo  e soccorrere il cane  nell’immediatezza e comunque di certo non basterebbero due ore per il soccorso come richiesto dal contratto. (tratto dalla denuncia al Prefetto). Ma Bronte è solo uno dei tanti Comuni che ha preso questo canile di Crotone come la panacea ad una legge Regionale scomoda infatti, sono stati riferiti vari altri Comuni Siciliani in convenzione con detta Ditta. Si precisa che questo canile che da Crotone accoglie cani di altre regioni (la nostra Legge vieta canili così grandi) ha provato a prendere l’appalto con il Comune di Grosseto ma ovviamente Grosseto ha rigettato  la presentazione al Bando di Gara e finiti al TAR, il Tribunale Amministrativo ha dato ragione  all’Amministrazione motivandola «Appare illogico e irrazionale ipotizzare che sia possibile utilizzare un canile in Crotone per custodire animali in Grosseto, peraltro sottoponendo gli animali stessi a disagi e sofferenze per i trasferimenti che non paiono compatibili con il concetto di “cura” proprio del servizio, secondo la stessa legge di gara».

Come mai in Sicilia, invece, le vite senzienti vengono “accollate” al ribasso e considerate solo come Appalti  da multi servizi ignorando le Leggi che li regolamentano e li tutelano?

Comunque adesso la Presidenza della Regione ha dato incarico all’Assessorato regionale alla Salute di indagare  e riferire. Nel frattempo aspettiamo che il Prefetto di Catania interviene affinchè il Comune di Bronte revochi l’assegnazione in autotutela e attiva il previsto servizio nei tempi e modi previsti dalla normativa vigente e si occupi seriamente del problema randagismo che è diventato a dir poco drammatico.

 

Catania, 2 marzo 2013

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