Brutto e scabroso episodio di violenza sessuale su un minore ieri mattina sopra un deserto scompartimento del treno della Circumetnea che alle 6 e 30 parte da Bronte in direzione di Adrano. Un pedofilo di 47 anni residente a Randazzo, infatti, approfittando della presenza sul treno di un ragazzino di 15 anni e del fatto che sul treno c’era appena qualche viaggiatore, ha avvicinato il ragazzino e lo ha convinto a venire con lui nella toilette del treno. Appena dentro, ha chiuso la porta e si è abbassato i pantaloni, costringendolo a toccargli le parti intime. Il ragazzino pur intimorito dall’atteggiamento aggressivo dell’uomo ha reagito, minacciando di gridare a squarciagola se non lo avesse liberato. L’uomo così ha desistito, ed i due sono tornati a sedersi nello scompartimento. Sceso dal treno il ragazzino però ha raccontato tutto alla sua mamma che non ha avuto alcuna titubanza e si è rivolta ai carabinieri di Bronte, denunciando l’accaduto. E’ cominciata così la caccia al pedofilo. Il ragazzino, nonostante il trauma subito, con dettagliata precisione ha descritto il volto del suo aggressore, la sua corporatura ed i vestiti che indossava. Alla fine, dopo aver ascoltato alcuni testimoni che avevano visto l’uomo salire sul treno, i carabinieri di Bronte sono riusciti a ricostruire una sorta di identikit del “bruto” che assomigliava tanto ad un disoccupato originario di Biancavilla, ma residente a Randazzo, che saltuariamente fa il barbiere. Così i militari dell’Arma hanno pensato di farlo venire in caserma con una scusa banale, facendosi consegnare il documento di riconoscimento da cui hanno scannerizzato al computer la fotografia. Poi hanno organizzato un riconoscimento in stile americano. Hanno preso le foto di altre 5 persone e le hanno tutte insieme mostrate al ragazzino che non ha avuto dubbi, indicando immediatamente la foto del barbiere. Così i carabinieri sono ritornati a casa dell’uomo e lo hanno dichiarato in stato di fermo di polizia giudiziaria, trasportandolo poi nel carcere catanese di piazza Lanza a disposizione della Magistratura. L’accusa è grave: l’uomo dovrà rispondere di violenza sessuale ed atti di libidine perpetrata ai danni di un minore.
Fonte “La Sicilia” del 29-02-2008