Vagava a piedi, come fosse in stato confusionale, nella corsia di sorpasso dell’autostrada Catania Siracusa. L’uomo è entrato addirittura all’interno della galleria San Fratello, rischiando di farsi investire. Un automobilista ha chiamato la Polizia Stradale che in un battibaleno è arrivata sul posto e ha bloccato l’incauto pedone. Mai gli agenti avrebbero immaginato di trovarsi di fronte uno dei più pericolosi latitanti della mafia dei Nebrodi. E’ durata un anno e 18 giorni la latitanza di Marco Conti Taguali, 37 anni, di Maniace, condannato l’11 gennaio scorso all’ergastolo dalla Corte d’assise d’appello perché responsabile, assieme ad altri due complici dell’omicidio di Bruno Sanfilippo Pulici, avvenuto nel giugno del 2002 nelle campagne di Cesarò. L’uomo, alla presenza dei poliziotti della Stradale, ha prima tentato di fermare qualche auto per scappare e poi ha fornito false generalità. Ormai però il suo destino era segnato, dopo i primi accertamenti i poliziotti hanno capito chi avevano davanti. Marco Conti Taguali è considerato un elemento di spicco della malavita che opera fra Cesarò, Maniace, Bronte e territori limitrofi. Fu arrestato all’interno dell’operazione “Tunnel” ed era sorvegliato speciale, con obbligo della firma presso la caserma dei carabinieri a Maniace. Ma dalla vigilia del giorno del processo, nessuno ha avuto più notizie. Ad essere accusati dell’omicidio Pulici erano stati in tre, ovvero Giuseppe Pruiti, 41 anni di Cesarò, già condannato in primo grado ed attualmente in carcere, e i cugini Gianfranco (57anni) e Marco Conti Taguali, che invece in primo grado erano stati assolti dall’accusa di omicidio, ma condannati a 7 anni di reclusione solo per associazione mafiosa. La prima Corte d’assise d’appello di Catania, invece, presieduta da Giulia Caruso, accogliendo la richiesta del pm Fabio Scalone, ha invece ribaltato la sentenza, condannando all’ergastolo anche i due cugini che, per evitare il carcere si sono dati alla latitanza. Per Marco però adesso si sono aperte le porte del carcere. I poliziotti della Stradale dopo aver avvertito il magistrato Giancarlo Longo, lo hanno accompagnato nel carcere di Siracusa. L’agguato a Bruno Pulici Sanfilippo avvenne in campagna a Cesarò. Morì all’ospedale Cannizzaro dopo qualche giorno rivelando, prima di spirare, i nomi dei killer.
R.P. Fonte “La Sicilia” del 30-01-2011