Torna di attualità l’antica querelle fra il Comune di Bronte ed un cittadino sull’esproprio del terreno dove è stata costruita la piscina comunale. Il pignoramento di fondi del Comune da parte del proprietario del terreno, a seguito di una sentenza, infatti, ha caratterizzato il dibattito dell’ultimo Consiglio comunale. Questi i fatti. Nel gennaio del 2009 una sentenza ha condannato il Comune a pagare oltre un milione di euro, soldi che il privato ha prelevato. Nel marzo 2009 però il giudice ha stabilito che quelle somme erano impignorabili. Così il presidente della commissione bilancio, Giancarlo Luca, leggendo il verbale che la sua commissione aveva stilato precedentemente, ha reso note le considerazioni del consigliere Nunzio Spanò, che ha evidenziato la necessità del “recupero delle somme pagate in esecuzione dell’ordinanza di assegnazione del 23 gennaio 2009, riferita al pagamento risarcitorio per l’occupazione del terreno della piscina. L’importo pagato dal tesoriere – ribadisce Spanò – ammonta a un milione e 8.743,00 euro, con conseguenze sulla liquidità del Comune”. Alla fine Spanò, in commissione, ha invitato il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta, a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica per tutelare il Comune dal danno economico. “Siamo noi per primi a voler recuperare le somme per salvaguardare il Comune, il bilancio, ma soprattutto i diritti di tutti i cittadini. – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Biagio Petralia – Per questo il sindaco fin dal suo primo insediamento ha cercato con atti concreti di trovare una soluzione conveniente sia per il Comune, sia per il privato, che, ricordatevi, avendo subito ai tempi un’occupazione impropria del suo terreno, comunque dovrà essere risarcito. L’obiettivo, a tutela del patrimonio comunale – conclude – è quello di cercare una transazione, affinché l’onere per il nostro Ente possa essere diminuito”. L’occupazione del terreno è avvenuta alla fine degli anni 70, quando il Comune realizzò la piscina. Daallora nacque un lungo contenzioso che ha visto anche l’istituzione di un collegio arbitrale, pronto a stabilire che il proprietario doveva essere risarcito. Nel 1997 però il Comune di Bronte ha impugnato la decisione degli arbitri, prolungando il contenzioso che ancora oggi non è definito. Oggi, dopo tante udienze e pronunciamenti, da una parte il giudice del Tribunale di Catania ha reso esecutivo la decisione degli arbitri, consentendo al privato di pignorare le somme pattuite nel 1996 che erano circa 600 milioni di vecchie lire e che con gli interessi hanno superato il milione di euro, dall’altro il Giudice di Bronte ha stabilito che quelle somme erano impignorabili, imponendo al privato di restituire le somme.
Come dire: la querelle continua.
L’Addetto Stampa Gaetano Guidotto