Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, torna a chiedere alle imprese edili che stanno realizzando opere pubbliche nella sua città di assumere almeno il 50% della manodopera locale. Lo ha fatto durante un vertice tenuto in Comune alla presenza dell’assessore Biagio Petralia, del dirigente dell’ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo, e delle organizzazioni sindacali di categoria. All’incontro hanno partecipato Rosario Portale, della Filca-Cisl, e Salvatore Papotto della Fillea-Cgil, giunto a Bronte insieme con il segretario provinciale, Claudio Longo. Presente anche il comandante della Stazione dei carabinieri, Antonio Vavalle. «Ci rendiamo conto del fatto che ogni impresa ha una sua organizzazione – ha affermato in apertura Firrarello – ma a Bronte ci sono tanti lavoratori che a causa della crisi sono rimasti senza lavoro. E la cosa più brutta è che non si tratta di lavoratori generici e senza esperienza, ma di operai specializzati e stimati che si accorgono di un paradosso: Bronte è uno dei pochi paesi che riesce ad appaltare opere pubbliche di una certa importanza e poi le imprese che si aggiudicano i lavori non assumono manodopera locale. Per questo motivo – ha continuato il sindaco – nell’ottica della collaborazione, che deve esserci, vi chiediamo di provare ad assumere almeno il 50% della forza lavoro di cui avete bisogno, attingendo dagli elenchi dei lavoratori disoccupati di Bronte». Richiesta che per le organizzazioni sindacali non può essere più disattesa: «Stiamo vivendo un momento di grave crisi – hanno ribadito da più parti – ma se nel resto d’Italia i dati statistici ci dicono che le imprese mostrano sensibilità verso le richieste dei lavoratori locali, in Sicilia, dove le necessità sono maggiori, questa stessa sensibilità si riduce». Le imprese si sono difese affermando che, anche se non raggiunge il 50%, una buona percentuale di lavoratori impiegati nei cantieri sono di Bronte o del territorio, lasciando però qualche speranza per il futuro.
Fonte “La Sicilia” del 29-09-2010