Quattro persone indagate per associazione mafiosa, un’altra che per associazione mafiosa si trovava già detenuta, inoltre una mezza dozzina di soggetti con filze di denunce alle spalle per reati di droga, contro la persona, contro il patrimonio… Che si tratti di mafia o, se preferite, di criminalità organizzata, appare più che evidente scorrendo l’elenco dei soggetti arrestati della Dia. Di Roberto Russo è stato detto nelle pagine precedenti, così come di Salvatore e di Alfio Tancona (che però dovrà rispondere «soltanto» di traffico di sostanze stupefacenti), considerati tutti «cursoti di ferro». A questi si aggiungono Carmelo e Gianluca Spinella, quest’ultimo già sorvegliante dell’«Aimeri», indicati come elementi di spicco del clan dei Cinturino. Già, sorvegliante dell’«Aimeri», la stessa ditta che, guarda un po’ la coincidenza, all’indomani dell’arresto del Russo, nello scorso mese di maggio, subì un attentato incendiario che distrusse strutture e mezzi. Un caso, certamente….
Ma oltre ai quattro arrestati per mafia e ad Alfio Tancona ci sono Nico Mariano Benedetto, attualmente ai domiciliari per droga; Santo Cristaldi, già denunciato per droga; Alessandro Mangano, già denunciato per reati contro il patrimonio; Francesco Mangano, già sorvegliato speciale e denunciato per droga. E ancora Antonino La Spina, Mauro Miceli, Salvo Musumeci, Maurizio Vecchio e Girolamo Zappalà, tutti con qualche «guaio» più o meno datato alle spalle. Alcuni di questi sono dipendenti dell’«Aimeri», che in una nota ha voluto ricordare che è obbligo di chi subentra in una commessa come quella che le è stata affidata di «assumere tutto il personale dipendente in forza alle aziende cessanti che precedentemente effettuavano il medesimo servizio». Insomma, un modo per dire che certa gente l’«Aimeri» se la sarebbe trovata in casa. Compreso quel Russo che, a quanto pare, aveva trovato anche il modo di diversificare la propria attività. Gli investigatori assicurano, infatti, che sono state acquisite significative fonti di prova che riconducono a un consistente traffico di sostanze stupefacenti, nonché alla detenzione e al porto di armi, da parte della famiglia Tancona e dello stesso Russo. Tali soggetti si sarebbero avvalsi di una fitta rete di giovani spacciatori, che si sarebbero mossi proprio in quella fascia di territorio. Tale traffico di droga – è precisato dalla Procura – è stato documentato il 16 luglio di del 2009, allorquando i carabinieri della stazione di Fiumefreddo, su indicazione specifica della Dia, hanno fermato e arrestato proprio Santo Cristaldi, trovato in possesso di 7.100 pasticche di ecstasy per un valore pari a 150 mila euro. Tale sostanza stupefacente, dal peso di oltre due chili, sarebbe stata destinata ad «invadere» il mercato costituito dai frequentatori delle discoteche, nella fascia di territorio compresa fra Giarre e Taormina. A proposito delle attività illecite del gruppo, gli investigatori hanno pure riferito che nell’ambito delle indagini finalizzate a sgominare questa organizzazione con interessi variegati è stato anche individuato una sorta di poligono di tiro, in territorio di Fiumefreddo, dove gli appartenenti al clan erano soliti esercitarsi nell’utilizzo delle armi da fuoco. In una circostanza, in particolar modo, è stata registrata l’esplosione dei colpi di pistola con i relativi commenti sull’esito dell’esercitazione e la funzionalità dell’arma. «L’indagine della Dia – ha dichiarato il procuratore Salvi – dimostra che c’è qualcosa che non va nel nostro distretto per quel che concerne la gestione dei rifiuti, certamente uno degli affari maggiormente significativi per le organizzazioni mafiose che tendono a controllare il territorio. Da quanto emerge da queste indagini, infatti, tale gestione consente rapporti con le amministrazioni comunali, assunzioni e quindi logiche clientelari che posso essere molto utili alle organizzazioni mafiose; inoltre, allo stesso tempo, consentono guadagni significativi e impiego di aziende controllate con i subappalti».
Concetto Mannisi
I COINVOLTI E LE IMPUTAZIONI
Associazione mafiosa: Roberto Russo, 47 anni, ex responsabile tecno-operativo della Aimeri Ambiente, già detenuto; Salvatore Tancona, 46 anni, commerciante, detenuto, e ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino; Gianluca Spinella, 39 anni, agli arresti domiciliari, ex sorvegliante della Aimeri Ambiente per il comune di Catalabiano; Carmelo Spinella, 42 anni.
associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: Roberto Russo, 47 anni e Salvatore Tancona; Alfio Tancona, 53 anni, detenuto anche lui, e ritenuto «elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino, correlato al clan dei Cursoti; Carmelo Tancona, 26 anni, commerciante, figlio di Salvatore; Nico Mariano Benedetto, 30 anni, attualmente agli arresti domiciliari per fatti di droga; Santo Cristaldi, 45 anni; Arianna Ingegneri, 28 anni; Alessandro Mangano, 25 anni; Francesco Mangano, 33 anni; Mauro Miceli, 32 anni; Salvo, Musumeci, 30 anni; Giuseppe Sciacca, 33 anni; Sebastiano Vitale, 24 anni.
traffico di sostanze stupefacenti: Girolamo Zappalà, 52 anni, e Antonino La Spina, 55;
detenzione illecita di armi da fuoco: Roberto Russo, Salvatore Tancona, e Antonino Grioli, quest’ultimo di 22 anni;
alterazione di armi da fuoco aggravata dal metodo mafioso: Roberto Russo e Antonino Grioli;
detenzione illecita di armi da fuoco: Carmelo Tancona, 26 anni, figlio di Salvatore, e l’omonimo Carmelo Tancona, 24 anni, figlio di Alfio, oltre a Michele Varrica, 41 anni.
associazione per delinquere: Roberto Russo, Alfio Aquino, 58 anni; Gianluca Spinella; Alfio Agrifoglio, già direttore dell’Aimeri Ambiente per la Sicilia orientale; l’ingegnere Roberto Palumbo, responsabile tecnico della discarica gestita dalla Sicilia Ambiente di Enna; Gaetano La Spina, 43 anni, coordinatore della discarica; Francesco Caruso, 47 anni dipendente della Aimeri Ambiente; Giuseppe Grasso impiegato del Comune di Fiumefreddo di Sicilia ed ex dipendente dell’ATO CT1 Joniambiente di Giarre.
truffa aggravata e continuata: Roberto Russo, Alfio Aquino e Gianluca Spinella; di furto Maurizio Vecchio 40 anni.
truffa aggravata anche: Alfio Agrifoglio, Roberto Russo, Roberto Palumbo, Gaetano La Spina, Francesco Caruso, Giuseppe Grasso;
traffico illecito di rifiuti: Alfio Agrifoglio, Roberto Russo, Roberto Palumbo, Gaetano La Spina, Francesco Caruso e Giuseppe Grasso.
arresti negati
Il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, ha confermato che il «gip di Catania ha derubricato alcuni reati, senza applicare l’aggravante dell’associazione mafiosa ed escludendo anche il concorso esterno e rigettato alcune delle richieste di arresto formulate dalla Dda». Per ottenere l’emissione di provvedimenti cautelari negata dal Gip, che riguarderebbero anche alcuni amministratori e funzionari pubblici, la Procura ha presentato ricorso al Tribunale del riesame.
GIARRE: “ABBIAMO SEMPRE DENUNCIATO I DISSERVIZI ORA L’ATO DEVE PRENDERE DELLE DECISIONI”
«Siamo fiduciosi riguardo a questa inchiesta perché farà chiarezza sul mondo dei rifiuti e sui rapporti con le discariche». Così ieri Francesco Rubbino, rappresentante del Collegio dei liquidatori dell’Ato Joniambiente in cui opera l’azienda Aimeri Ambiente. «Il servizio è assolutamente indispensabile e non si può interrompere – afferma Rubbino – Convocherò l’assemblea del soci e mi consulterò con il Prefetto per sapere cosa fare». Rubbino ricorda di avere, da parecchio tempo, fatto pressanti richieste all’assessorato regionale all’Energia e dei Servizi di Pubblica per effettuare una nuova gara di appalto o diverse gare: «L’Aimeri – dice – creava inefficienze e disservizi. L’assemblea dei soci aveva deciso di non rescindere il contratto, malgrado la relazione critica del dirigente tecnico; una decisione presa per via dell’impossibilità di affidare ad altre ditte l’appalto e del quadro normativo incerto. L’Aimeri non è stata in grado di espletare il servizio: abbiamo comminato pesanti sanzioni sia per i disservizi che per la mancanza di mezzi». Il sindaco di Giarre, Teresa Sodano, ricorda di essere stato il socio più critico dell’Ato e non esclude la possibilità che il Comune si costituisca parte civile: «L’Amministrazione – dice – ha sempre denunciato i disservizi. Nell’ultimo anno il servizio è stato sempre più scadente, se l’Aimeri ha avuto “condizionamenti” come amministrazione non lo sappiamo: di certo abbiamo fatto contestazioni, interventi sostitutivi e tutto ciò che era in nostro potere». Ieri gli inquirenti sono stati al Comune: «So che sono andati all’Urbanistica – dice il sindaco – hanno voluto copie dei contratti, tutto ciò che riguarda le pratiche amministrative, le segnalazioni dei disservizi. Mi diceva il dirigente che hanno riempito una macchina di carpettoni! L’ufficio tutela ambientale è abbastanza efficiente e ogni giorno effettua sopralluoghi e segnalazioni». E adesso? «Joniambiente – afferma Sodano – deve prendere delle decisioni. Chi ci deve garantire adesso il servizio? Se l’Aimeri ha problemi, immediatamente l’Ato dovrebbe affidarlo ad altri». Tra le prime reazioni all’inchiesta vi è quella di Alfredo D’Urso di Cittadinanzattiva, candidato sindaco di Sel: «Più volte abbiamo denunciato come nel settore rifiuti si muovano interessi criminali favoriti dalla opacità e dalla mancanza di controlli del sistema degli Ato che ci ha portati ad avere la spazzatura per le strade, senza che la differenziata sia riuscita a partire con costi di gestione pagati dai cittadini, con una Tarsu a peso d’oro e debiti elevatissimi verso le imprese. È evidente la responsabilità politica di chi ha permesso e consentito questo perverso sistema».
Maria Gabriella Leonardi
IN SETTE ANNI SOLO UNA SOCIETA’ PER IL SERVIZIO
La Joniambiente è una società per azioni costituita per assicurare il servizio di raccolta dei rifiuti in forma integrata, ai sensi della legge 8 giugno 1990, n. 142, tra i Comuni dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale) Ct 1.
I Comuni che ricadono nel territorio di questo Ato sono 14, ovvero: Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, Milo, Giarre e Riposto
È stata costituita nel dicembre del 2004, attraverso un atto costitutivo sottoscritto dai soci, ovvero dai sindaci e dal presidente della Provincia che, insieme, costituiscono anche l’assemblea della Joniambiente.
Ha iniziato a svolgere la propri attività il primo febbraio del 2006, dopo aver pubblicato la gara d’appalto per lo svolgimento del servizio in tutti i Comuni. Gara che si è aggiudicata la Aimeri Ambiente, società controllata del gruppo “Biancamano” di Milano che da quel momento, aggiudicandosi anche altre gare o ricevendo incarichi di proroga, ha effettuato sempre il servizio nel rispetto di un capitolato d’appalto sottoscritto dai Comuni.
Alla guida della Joniambiente si sono succeduti diversi presidenti. Fra questi i più longevi sono stati Mario Zappia di Bronte e Francesco Rubbino di Randazzo.
Da aprile del 2010 la società è in liquidazione nel rispetto della legge regionale numero 9 dell’aprile del 2010. Di conseguenza oggi gli organi statutari sono il Collegio di liquidazione presieduto da Francesco Rubbino e composta da Antonello Caruso e Giuseppe Cardillo, ovvero gli stessi rappresentanti che hanno composto l’ultimo Cda, e dal Collegio sindacale presieduto da Roberto Bonaccorsi e composto da Lorenzo Capace e Salvatore Paparo.
Nel novembre del 2011 è stato inaugurato un nuovo servizio di raccolta dei rifiuti esclusivamente differenziati.
L. S.
LA SOCIETA AIMERI AMBIENTI “ESTRANEI ALLA VICENDA”
La Società Aimeri Ambiente – con riferimento all’inchiesta della Procura di Catania – dichiara la più totale estraneità rispetto alla vicenda, considerandosi con tutta evidenza parte lesa ed annunciando la propria costituzione in giudizio come parte civile. La società precisa, inoltre, che le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano e che comunque risponderanno personalmente dei reati per i quali sono accusati, alcuni reati addirittura completamente estranei all’attività svolta dalla società. Infine si evidenzia che l’equivoco sul presunto coinvolgimento dell’azienda, diffuso erroneamente da alcune fonti di informazione, comporta già da ora un danno gravissimo per Aimeri Ambiente che si riserva di agire per la piena tutela dei propri diritti e della propria immagine. La società Aimeri Ambiente è pronta a garantire, come sempre, la massima disponibilità a collaborare con le Autorità competenti per fare luce sulle gravi vicende di cui ancora, tuttavia, non conosce nel dettagli i particolari.
LE REAZIONI
Addiopizzo Catania.
«Esprimiamo vivo apprezzamento per l’operazione “Nuova Ionia”. Riteniamo si tratti di un’operazione importante poichè conferma, qualora ce ne fosse bisogno, la capacità di trasformazione delle associazioni mafiose in grado ormai di aggredire tutti i settori delle attività economiche. Pensiamo debba far riflettere la presenza tra gli indagati di numerosi amministratori e funzionari pubblici, sintomatica della saldatura con quella cosiddetta “zona grigia “, difficile da distinguere e debellare, che fornisce un contributo spesso determinante all’infiltrazione della mafia in settori
economici di fondamentale rilevanza.
Domenico Reburdone
(Confindustria Catania).
«Esprimo forte apprezzamento per la brillante operazione investigativa condotta dalla Dia e dalla Procura. È un altro colpo importante messo a segno dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine che stanno svolgendo un lavoro incessante per restituire legalità al territorio. Un risultato che ci conforta e ci spinge a non desistere dalla strada intrapresa con determinazione da Confindustria per
sostenere le imprese che hanno il diritto di operare in un mercato non drogato dalla concorrenza sleale».
Pino Firrarello e Biagio Petralia
(sindaco e assessore all’Ecologia di Bronte). «Plaudiamo l’operazione condotta dalla Dia e della Procura di Catania che ha svolto proficue indagini sugli intrecci malavitosi in un settore difficile ed importante come quello dei rifiuti. Il Comune di Bronte, che ha sempre segnalato alla Joniambiente ed alla Prefettura ogni tipo di disfunzione nel servizio di raccolta dei rifiuti effettuato dall’Aimeri Ambiente, si augura che operazioni come questa possano contribuire a sradicare ogni forma di infiltrazione mafiosa non solo nel campo dei rifiuti, ma in tutte le attività della nostra società. Contestiamo, inoltre, la recente assunzione da parte di Aimeri Ambiente di ulteriori 22 operatori. Assunzioni considerate ingiustificate anche dalle organizzazioni sindacali, cui la Aimeri non ha voluto fornire opportune spiegazioni, come se questi non dovessero essere pagati dai cittadini contribuenti. Non escludiamo – concludono – che le disfunzioni che abbiamo ripetutamente segnalato e contestato anche attraverso la via giudiziaria, possano essere riconducibili allo stato confusionale che sta attraversando il servizio della raccolta dei rifiuti».
Enzo Bianco (senatore Pd).
«Un convinto apprezzamento alla Procura catanese e agli uomini della Dia che con l’operazione “Nuova Ionia”, hanno decapitato una associazione dedita al traffico di rifiuti, stupefacenti ed armi. Un’indagine complessa e delicata ha portato a risultati importanti. Non abbassare la guardia nella lotta alla criminalità e alle mille illegalità. Un grazie sincero in particolare alla Dia catanese».
I Giuseppe Lumia (senatore Pd). «L’operazione “Nuova Ionia” smantella un sistema criminale nel settore dei rifiuti in cui la mafia la fa da padrona. Da tempo in Sicilia Cosa nostra è riuscita ad infiltrarsi nell’ambito della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, riuscendo a fare grandi profitti sulla pelle dei cittadini che si sono visti aumentare le tariffe in modo esorbitante a fronte di un servizio sempre più scadente. Adesso è arrivato il momento di voltare pagine. Sono sicuro che i provvedimenti del nuovo governo regionale sapranno affermare la legalità e ripristinare l’efficienza del servizio».
Giuseppe Castiglione
(coordinatore regionale Pdl). «Congratulazioni alla Direzione distrettuale antimafia di Catania e alla magistratura per il maxi-blitz contro l’infiltrazione della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti. Ritengo ora urgente una legge all’Ars che regolamenti e riordini con maggiore trasparenza il settore dei rifiuti, per evitare che al suo interno si annidino ancora forme di illeciti e irregolarità».
Articoli tratti da “La Sicilia” del 11-01-2013