Scoppia in tutta la sua gravità a Bronte il problema della potabilità dell’acqua. A 59 esercizi commerciali ed artigianali (pasticcerie, bar, panifici, ristoranti e macellerie) è stata notificata dall’Asp la sospensione dell’autorizzazione sanitaria perché, nonostante il divieto notificato per raccomandata a giugno, hanno continuato ad utilizzare l’acqua della rete idrica di Bronte, i cui valori di vanadio superano quelli fissati dalla legge. Così mercoledì sera, nella sede della Confcommercio, i commercianti si sono riuniti per capire cosa fare alla presenza dell’assessore Enzo Bonina e del vice sindaco Melo Salvia. Visto che non è possibile utilizzare l’acqua del rubinetto, ne tanto meno individuare una soluzione semplice, i commercianti hanno deciso che lunedì 18 ottobre i negozi alimentari rimarranno chiusi a oltranza come forma di protesta per l’emergenza acqua al vanadio. «Dopo il primo provvedimento risalente allo scorso giugno, che ci invitava ad ottemperare alla potabilità dell’acqua rendendoci responsabili delle certificazioni, – spiega nella ricostruzione dei fatti Antonello Saitta, delegato della Confcommercio di Bronte – ci fu un incontro con l’amministrazione comunale che rassicurò i commercianti sulla buona qualità dell’acqua. Oggi, invece, si sta dando seguito a quella diffida. Così abbiamo deciso la chiusura delle attività commerciali e la consegna al Prefetto delle autorizzazioni comunali». Intanto ieri mattina, temendo la denuncia penale, molti bar, panifici e macellerie sono rimaste chiuse. «Il problema è scoppiato a giugno – spiega il sindaco Pino Firrarello – quando la Regione siciliana ha chiesto la proroga della deroga all’utilizzo della acqua con vanadio con 6 mesi di ritardo rispetto alle altre Regioni. Visto che questo ritardo rischiava di penalizzare le aziende di Bronte e della Sicilia sono riuscito a chiedere ed ottenere la convocazione del Consiglio superiore della Sanità, che oltre a tranquillizzare sul fatto che il vanadio non fosse tossico, ha prorogato fino al 31 dicembre del 2011, l’utilizzo dell’acqua contenente vanadio fino a 160 micro grammi per litro». «Nei nostri pozzi Musa – continua Firrarello – il valore del vanadio è sotto i 60 mg/l, di conseguenza in quel momento era giusto pensare che il problema fosse risolto. Purtroppo però il decreto ha obbligato gli enti a verificare il quantitativo di “vanadio pentavalente”. Bene – conclude il primo cittadino brontese – mi dicono che non ci sarebbero in Italia laboratori accreditati ad effettuare le analisi». Il sindaco comunica pure che sta pensando ad un potabilizzatore, ma ci vorranno soldi e tempo, intanto ha convocato un’assemblea pubblica domenica mattina alle 10 e 30 presso il cine teatro comunale.
COSTRETTI A CHIUDERE SI RISCHIA IL TRACOLLO
Molti commercianti ed artigiani nel settore alimentare raggiunti dal provvedimento di sospensione dell’Asp, ieri mattina, onde evitare ulteriori sanzioni anche penali, hanno deciso di chiudere baracca ed attendere gli sviluppi della vicenda. Arrabbiati e stizziti però hanno a lungo protestato, ritenendo che l’acqua del rubinetto i brontesi l’hanno sempre bevuta e che comunque, solo a causa di una mancata proroga, non è possibile mettere in ginocchio l’intera economia di una cittadina come Bronte. Qualcuno sulla saracinesca, malinconicamente chiusa, ha apposto un cartello dove comunicava ai clienti il motivo della chiusura. In tanti si soffermavano a leggere e piano piano la notizia della serrata ha fatto il giro di Bronte. «Oggi mi hanno costretto a chiudere la saracinesca – ci dice il macellaio Adriano Calanni – perché mi hanno sospeso l’autorizzazione sanitaria. E’ ingiusto, dobbiamo far sentire la nostra voce in tutte le sedi competenti. Protesteremo contro tutti e tutto. Chiediamo che venga data al Comune il tempo che serve per potabilizzare l’acqua». «A parte l’Amministrazione comunale che ci è stata particolarmente vicina – aggiunge il pasticcere Luca Gallenti Conti – partecipando all’incontro in Confcommercio fino alle 2 di questa notte, siamo stati lasciati soli. Anche per questo motivo riteniamo di dover protestare. Abbiamo la sensazione di essere vittima di una guerra politica che alla fine penalizza il più debole». «Non sappiamo cosa fare. – spiega il ristoratore Davide Spitaleri – Per adesso abbiamo chiuso i battenti anche per non rischiare sansioni. La direttiva dell’Asp, infatti, è stata precisa e ci ha diffidato a continuare a lavorare utilizzando l’acqua della condotta idrica. Il Comune – continua – ha preso di petto il problema puntando a realizzare un potabilizzatore, ma ci vorranno mesi. La situazione è grave e nessuno capisce cosa fare. Certo – conclude – noi non possiamo riaprire il ristorante se non prima l’acqua che utilizziamo non abbia ottenuto tutti i requisiti di legge». I problemi della serrata li hanno risentiti anche i cittadini: «Nè il mio panificio di fiducia, nè il mio macellaio questa mattina ha aperto – racconta Antonino Caruso – Penso proprio che per fare la spesa dovrò recarmi fuori Bronte».
Fra i tanti commercianti ieri c’era chi stava cominciando a preparare un manifesto di protesta e qualcuno che raccoglieva adesioni per una manifestazione a Palermo. Altri si domandavano se negli altri Comuni serviti dal pozzo di Ciapparazzo di Bronte dove il valore del vanadio supera i 160 mg/l, è stato utilizzato lo stesso metro. Insomma, la sensazione è di essere all’inizio di una protesta che potrebbe assumere contorni ancora maggiori.
CHE COS’E’ IL VANADIO
È un elemento raro, tenero e duttile che si trova sotto forma di composto in certi minerali. Nel sottosuolo del versante nord ovest dell’Etna ce n’è in abbondanza se è vero che viene fuori con l’acqua dei pozzi idrici. E il Comune di Bronte si approvvigiona da 4 pozzi: Ciapparazzo gestito dall’Acoset dove i valori del vanadio superano appena i 160 mg/l, Musa 1 e 2 dove il vanadio non supera i 50 mg/l e Sollazzo che non presenta vanadio in rilevanza ma che è utilizzabile per uso industriale. Il decreto legislativo 31 del 2001 fissa i limiti del vana dio a 50 mg/l. Con questi indici l’acqua di Bronte non potrebbe essere utilizzata, ma fino ad oggi è stato possibile grazie alle deroghe concesse del ministero della Salute e della Regione siciliana. Miscelando tutta l’acqua dei pozzi di Bronte si potrebbe ottenere acqua buona, ma neanche questa soluzione è percorribile: mancano le analisi sul vanadio pentavalente. Quindi l’acqua resta non potabile.
Fonte “La Sicilia” del 15-10-2010
BRONTE LE DICHIARAZIONI DI FIRRARELLO
A seguito della sospensione dell’autorizzazione sanitaria di numerosi esercizi commerciali ed artigianali che continuano ad utilizzale l’acqua della rete idrica di Bronte i cui valori di vanadio superano quelli fissati della legge, il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, comunica: “Il problema è scoppiato a giugno, quando la Regione siciliana ha chiesto alle autorità competenti la proroga della deroga all’utilizzo della acqua con vanadio con 6 mesi di ritardo rispetto alle altre Regioni. Visto che questo ritardo rischiava di penalizzare le aziende di Bronte e della Sicilia, nonostante fosse estate, periodo caratterizzato dalle ferie, sono riuscito a chiedere ed ottenere la convocazione del Consiglio superiore della Sanità, che oltre a tranquillizzare sul fatto che il vanadio non fosse tossico, ha prorogato fino al 31 dicembre del 2011, l’utilizzo dell’acqua contenente vanadio fino a 160 micro grammi per litro. Nei nostri pozzi Musa il valore del vanadio è sotto i 60 mg/l, di conseguenza in quel momento era giusto pensare che il problema fosse risolto. Purtroppo però il decreto ha obbligato gli enti a verificare il quantitativo di “vanadio pentavalente”. Bene, – continua Firrarello – secondo quanto mi dicono i tecnici, compreso il dott. Massimo Ottaviani, responsabile di questioni di acque potabili per l’Istituto Superiore di Sanità, non ci sarebbero in Italia laboratori accreditati ad effettuare le analisi. Di conseguenza non è stato possibile utilizzare i pozzi Musa che avrebbero risolto il nostro problema. Nel frattempo comunque non siamo stati ad aspettare. Abbiamo richiesto dei preventivi per potabilizzare sia l’acqua dei pozzi Musa, sia quella di Ciapparazzo perché il nostro obiettivo è dare acqua potabile ai nostri cittadini. Prima di riuscirci però è necessario reperire le risorse necessarie, che il Comune oggi non ha, e che passi il tempo necessario a completare gli iter burocratici ed realizzare gli impianti. Per questo ritengo che, per non penalizzare l’economia di Bronte, le autorità che oggi intimano gli esercenti debbano darci il tempo di agire. Anche perché se il vanadio facesse veramente così male, il Ministero non avrebbe negli anni passati concesso la deroga all’utilizzo”. E per informare la cittadinanza il sindaco Firrarello ha convocato un’assemblea pubblica domenica mattina alle 10 e 30.
L’Addetto stampa Gaetano Guidotto