Da lunedì inizia il mese più importante per la programmazione territoriale a Randazzo in tutta la provincia di Catania. Iniziano i 30 giorni utili per permettere a cittadini ed enti di presentare le osservazioni al Piano paesaggistico. Per chi ancora non ha avuto modo di avere notizie sul “Piano”, diciamo subito che si tratta di un vero e proprio strumento di pianificazione territoriale che regola le attività che è possibile svolgere nel territorio di tutta la provincia, nel rispetto dei beni paesaggistici ed ambientali. Boschi, colate laviche, zone di pregio sono evidenziate con la relativa normativa di riferimento. Lo ha redatto la Soprintendenza ai Beni Ambientali ed è utile per dare ordine e regole al territorio. Ogni proprietario di un terreno anche piccolo, però, è bene che ne prenda visione, perché ogni zona è stata classificata e quando la Regione siciliana approverà definitivamente il Piano, le regole previste per ogni “fazzoletto” di terra diventeranno legge e bisognerà rispettarle. Per essere più chiari, se il Piano paesaggistico ha ritenuto che in un zona ci sia un bosco sottoposto all’egida della legge regionale numero 16, i proprietari dei terreni limitrofi al bosco, che rientrano all’interno della fascia di rispetto, avranno l’assoluto divieto di edificabilità. E questo è solo uno dei tanti esempi possibili. Per questo, poiché la legge permette ai cittadini di tutta la provincia di Catania di presentare osservazioni, chi ritiene che quanto individuato dal piano non sia veritiero o non chiaro, deve presentare le osservazioni. E sono tantissimi coloro che già preannunciano osservazioni. In molti considerano il nuovo strumento di programmazione territoriale più “cattivo” rispetto al precedente per quanto riguarda i vincoli, penalizzando anche i settori produttivi come quello delle cave. Non sarebbe più possibile, infatti, rinnovare le concessioni a chi estrae pietra lavica. Inoltre diversi professionisti del settore ci hanno segnalato come all’interno del Piano ci siano boschi individuati con la legge nazionale che non prevede fascia di rispetto e boschi con quella regionale che, come detto, prevede l’inedificabilità nella fascia di rispetto. Differenza che per tanti non trova spiegazione. Per molti, poi, i diversi strumenti di pianificazione territoriale dovrebbero integrarsi fra loro. E’ di qualche settimana fa, per esempio, a Randazzo la polemica di una ragazza imprenditrice che non può realizzare un camping a causa del sommarsi dei vincoli dei vari strumenti di pianificazione e fra questi l’obsoleto Prg. Insomma, per 30 giorni il dibattito è aperto, poi la parola tornerà all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, chiamato ad approvare o meno le tante osservazioni che verranno presentate. GAETANO GUIDOTTO