Si intitola “Monumenti” ma sono soltanto il punto di partenza, quasi il pretesto, per ripercorrere i fatti storici, le meraviglie artistiche e le personalità illustri di Randazzo nell’arco del tempo. Amante del borgo medievale, sua terra di origine, don Santino Spartà cede, ancora una volta, la ventesima con esattezza, alla tentazione di raccontarne nei dettagli, attraverso le pagine del nuovo libro, architetture, opere di scultura, iscrizioni. Per farlo, si addentra nella “biografia” dei manufatti, partendo da ciò che è visibile agli occhi di tutti fino a toccare quanto si cela in esse. Guida con sicurezza il lettore in un viaggio che congiunge le bellezze di Randazzo al mondo senza confini dell’arte e della cultura universale. E pur risiedendo oramai da anni a Roma, continua a ricercare le origini intime del suo luogo natìo. Le spiega riportando Virgilio, Lucano, Dante. Monumenti (La Voce dell’Jonio Editrice) fornisce tutte le ipotesi sulla genesi dell’opera d’arte. Nelle sue pagine don Spartà effettua una comparazione fra le traduzioni delle diverse iscrizioni in latino. Compresa la sua. Esperto di Lettere, oltre alla laurea in Teologia, non riporta passivamente i dati, ma li elabora nelle personali considerazioni. La microstoria delle tradizioni locali si intreccia con le nozioni collettive.
“Finalmente, l’uno di fronte all’altro, intessono un colloquio silenzioso, ignoto solamente ai pigmei dello spirito, ma comprensibile ai ricchi di esperienza morale”, scrive, riferendosi alle statue della Madonna e del Cristo in processione nella settimana santa. L’elemento sacro è proposto nella sua bellezza integrale. Fruibile a tutti in quanto creazione artistica. La ricchezza dei fatti cronologici puntualmente documentata. “Offrì sicuro rifugio all’imperatore Federico II e alla mamma Costanza, fuggiti da Palermo, scampati alla pestilenza”, scrive a proposito del Castello. Il prete, nonché giornalista, giunto alla cinquantasettesima pubblicazione, dichiara nel saggio l’auspicio del suo scrivere: “Che la storia e l’arte dei monumenti non restino lettera inutile”