Rivisto il progetto per il restauro, ora bisogna captare un finanziamento regionale
Il progetto di restauro del Monastero di San Giorgio è stato rivisto ed adeguato alle norme e al prezzario corrente come aveva promesso a settembre dello scorso anno il sindaco Ernesto Del Campo. Adesso la sfida più importante è inserire i lavori nei programmi della Regione siciliana per evitare che l’antica struttura continui a deteriorarsi sotto i “colpi” del tempo e dell’umidità. «Appena mi sono insediato – dice il sindaco – ho chiesto al progettista di rivedere il vecchio progetto di 13 miliardi di vecchie lire alla luce dei nuovi prezziari e delle nuove normative. Adesso il progetto è esecutivo e cantierabile e quindi pronto dopo quel pomeriggio del 19 luglio del 1996, quando buona parte del tetto è crollato. Nel 2000 l’attuale sindaco, durante il suo precedente mandato, diede l’incarico ad un’équipe di tecnici di redigere il progetto esecutivo di restauro e nel 2003 il Comune haper essere presentato in occasione di tutti i bandi o i programmi di finanziamento della Regione. Ovviamente, dal 2000 ad oggi i costi sono aumentati, arrivando a circa 8 milioni di euro, ma sul valore del monastero e sull’utilità del suo utilizzo però – continua Del Campo – non credo ci siano dubbi. Lo dimostra il fatto che per il suo restauro in passato si sono spese oltre alla mia precedente Amministrazione anche quelle di Angela Vecchio e Salvatore Agati». In effetti, da oltre un decennio i tecnici ritengono che la struttura versi in condizioni gravissime, non garantendo sulla solidità di solai o dei e muri, soprattutto ottenuto che l’assessorato regionale ai Beni culturali ed Ambientali inserisse l’opera nella graduatoria dei lavori pubblici da finanziare con il Por Sicilia “2000/2006”. Da allora, però, nulla. Per capire quanto importante sia questo monastero dal punto di vista storico ed architettonico per Randazzo, basta leggere i testi dell’indimenticato salesiano Salvatore Virzi e del prof. Salvatore Agati, i quali, ci spiegano che la costruzione primitiva del monastero risale addirittura al 1200, quando fu intitolato a Santa Maria Maddalena, e come, a seguito di un “miracolo” verificatosi fra le sue mura, fu poi intitolato a San Giorgio. In pratica, durante il suo viaggio da Troina a Taormina il Gran Conte Ruggero lasciò, alle suore benedettine che vi risiedevano, un quadro di San Giorgio affinché lo custodissero. Al suo ritorno vani furono, però, i tentativi di rimuoverlo dal muro dove era stato appeso e ciò fu interpretato come un chiaro messaggio del Santo. Così il Conte Ruggero decise di lasciare alle suore l’effigie del Santo che finì per dare il nome all’intero monastero. Un tempo questo era ritenuto il più importante dei tre monasteri delle Benedettine di clausura esistenti nella città, ma oggi lo troviamo spogliato del suo ricchissimo patrimonio ed in totale stato di abbandono. Si fregia anche di una certa valenza architettonica: il prospetto, infatti, presenta modanature scolpite ed il portone principale risulta finemente lavorato e ornato. La splendida fuga di finestre ed il massiccio cornicione poi aumentano ancor di più le bellezze architettoniche del monastero che rimane fra i più importanti della zona.
Gaetano Guidotto Fonte la sicilia 08-06-09