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CATANIA: GLI APPALTI A MISURA DEGLI “AMICI”

16 Luglio 2010
in Cronaca, Provincia di Catania
Tempo di lettura: 6 minuti
CATANIA: GLI APPALTI A MISURA DEGLI “AMICI”
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Numerosi sono gli episodi contestati agli indagati su questo giro di appalti truccati a discapito delle fasce più deboli della società. Ne citiamo alcuni tra i più singolari, come quello del telesoccorso e teleassistenza, contestato a Ubaldo Camerini, all’ex assessore Zappalà e a Nunzio Parrinello, consigliere provinciale Mpa. Secondo l’accusa, Camerini nella sua qualità di coordinatore del Distretto sociosanitario 16, Zappalà fecero vincere la relativa gara d’appalto a Nunzio Parrinello, presidente della cooperativa sociale «Luigi Sturzo» onlus, in danno della Regione, ma il servizio non venne mai realizzato. Nell’inchiesta giudiziaria sono compresi anche una serie di reati secondari commessi presumibilmente per procurarsi gli ingenti profitti; si pensi che, addirittura, Camerini e Zappalà, in concorso sono accusati di aver falsificato la firma del sindaco di Catania su un accordo di programma per il Piano di zona del Distretto sanitario 16, attestando falsamente che l’assessore Zappalà agiva su delega del primo cittadino. Ci furono – sempre secondo l’accusa – pure parecchi raggiri messi in atto per l’affidamento di un altro particolare appalto, quello per il servizio del «Centro Diurno per Anziani Catania» in favore della «Cooperativa socio sanitaria» presieduta dall’indagato Paolo Guglielmino, che non aveva i requisiti richiesti; anche le forniture relative a quell’appalto risultarono irregolari. E talvolta alcune vistose alterazioni contenute negli atti relativi alle procedure d’appalto venivano, a quanto pare, grossolanamente «nascoste» con una marca da bollo appiccicata «a caso» sui fogli. In questo contesto, ovviamente, gli inquirenti hanno sequestrato, nel corso delle indagini, numerosi atti illecitamente redatti. I componenti delle commissioni d’appalto venivano designati dal presunto organizzatore del raggiro, Ubaldo Camerini; tutto avveniva – si è sentito ieri in conferenza stampa – in maniera da agevolare le associazioni e le coop vicine al sodalizio criminoso. Camerini – secondo i magistrati – rivendicava amicizie in alto loco e gli stessi amministratori pubblici con i quali aveva a che fare si guardavano bene dal metterselo contro. Spesso le gare venivano assegnate per importi maggiori rispetto a quelli richiesti (una parte poi, con appositi artefizi veniva trattenuta per il «sodalizio»). E tutto questo – ha precisato il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè «colpendo gli interessi delle fasce deboli». In altre parole, i «bisogni» dei cittadini più deboli venivano «usati» come giustificazioni formali per arricchirsi e fare arricchire chi si aggiudicava gli appalti. Un appalto per il doposcuola a 70 bambini, per esempio, fu assegnato a un destinatario che di fatto aveva un’utenza al massimo di 30 scolaretti. Un altro esempio è costituito da un progetto per un centro diurno per minori, per il quale, in gara d’appalto era stata impegnata la somma di 450mila euro, mentre in realtà la cifra riportata effettivamente nella documentazione della stessa gara era di poco meno di 418.000 euro. Un altro appalto irregolare riguarderebbe il progetto «Città abile»: l’accusa ritiene che la relativa gara d’appalto fu assegnata, per un importo di 74.000 euro, dopo accordi pattuiti, al Consorzio regionale di Cooperative «Lavoro solidale» in affidamento diretto, cioé su semplice richiesta firmata dal presidente di «Lavoro Solidale» Salvatore Falletta. Frodi sarebbero state individuate anche nell’ambito di un appalto affidato alla cooperativa sociale «Luigi Sturzo» onlus. Nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria, i carabinieri del Nas hanno anche eseguito il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di 12 milioni di euro, la somma ritenuta dalla Procura di Catania che sarebbe stata percepita illecitamente da cooperative e associazioni coinvolte nell’inchiesta. Beni per 4 milioni e 800.000 euro sono stati preventivamente sequestrati a carico di Ubaldo Camerini; mentre nei confronti dell’ex assessore comunale ai Servizi sociali della giunta Scapagnini, in carica nel 2007, Giuseppe Zappalà, il sequestro ammonta a circa 4 milioni e 300.000 euro. C’è da dire che dopo la sostituzione di Camerini (in seguito anche alle prime notizie sull’inchiesta) l’assessorato ha collaborato con i magistrati. Da registrare, però, due episodi inquietanti. Una prima incursione ad opera di ignoti (subito dopo l’allontanamento di Camerini) che hanno fatto sparire al Distretto e alla Direzione i vecchi computer (mentre quelli nuovi si trovavano ancora imballati). Il secondo episodio: una scarica di corrente ai computer in modo da danneggiare l’hardware dei pc. Strani episodi. Certo, che ci fosse un’inchiesta in corso si sapeva da tempo e lo sapevano anche i dipendenti dei Servizi sociali. Un primo risultato è stato lo “stop” fisiologico dal sistema. Dal 2007 in poi i singoli hanno collaborato, ma quelli coinvolti nelle indagini hanno continuato comunque a nascondere le carte.

TUTTI I NOMI DELL’INCHIESTA

In carcere Isaia Ubaldo Camerini, 62 anni, responsabile del distretto socio-sanitario numero 16, Giuseppe Zappalà, 61 anni, ex assessore alle Politiche sociali della giunta di centrodestra di Umberto Scapagnini, attualmente non ricopre incarichi politici ma risulterebbe attivista del Mpa; Nunzio Parrinello, 52 anni, consigliere del Mpa alla Provincia di Catania (subito sospeso dal partito); ; Paolo Guglielmino, 42 anni, legale rappresentante della cooperativa «Socio sanitaria. Zappalà è stato ricoverato all’ospedale «Cannizzaro» per un malore dopo l’arrivo dei carabinieri del Nas. Ai domiciliari Antonino Novello, 53 anni, avvocato, consigliere regionale della sezione etnea dell’Unione nazionale ciechi e rappresentante legale della cooperativa «Città del Sole». In un primo momento per lui era stato diposto il trasferimento in carcere, ma nel pomeriggio di ieri è stato colto da malore e il gip ha disposto per lui gli arresti domiciliari. Maria Brunetto, 53 anni, consigliere comunale di una lista civica a Calatabiano; cinque dipendenti del Comune di Catania: Maria Teresa Cavalieri, 51 anni, Vincenza Lipani, di 55, Lucia Rosto, di 58, Carmela Merola, di 62, Carmela Vampa, di 55; Anna Donatelli, 48 anni, presidente della cooperativa sociale “Orizzonti”; Salvatore Falletta, di 54 anni, presidente del consorzio regionale di cooperative sociali «Il lavoro solidale» di Catania; Carmelo Reale, 58 anni, componente una delle commissioni aggiudicatrici di gare di appalto, ex responsabile del settore del Personale al Comune; Concetta Santangelo, 46 anni, di Adrano nello staff della segreteria politica del senatore Pino Firrarello (Pdl); Renato Briante, 55 anni. Gli indagati Pietro Addario, 53 anni, di Paternò; Mario Arena, 75 anni; Antonella Bonanno, 49 anni; Giuseppe Calì, 61 anni, di S. Pietro Clarenza; Ninella Caruso, 64 anni, attuale sindaco Pdl di Misterbianco; Andrea Castelli, 57 anni, di Paternò, ex assessore provinciale Pdl; Maurizio Catania, 51 anni, ex segretario dell’assessore comunale Antonino Nicotra; Tiziana Ciaramidaro, 38 anni, moglie di Giuseppe Arcidiacono, ex deputato regionale Pdl, ex consigliere comunale e assessore della Giunta Stancanelli; Sebastiano Cicero, 67 anni; Antonella Cittadino, 36 anni, avvocato, candidata nella lista «Democratici e autonomisti» (collegata a Stancanelli) nell’elezione del 2008 nelle quali ha riportato 11 voti; Mariella Consoli, 58 anni, consigliera provinciale di Parità; Mario Crisà, 50 anni, di Camporotondo Etneo; Giovanni D’Agata, 48 anni, di Taormina; Giuseppina De Martino, 52 anni, di Riposto; Sebastiano Di Mauro, 60 anni, di Acireale, brigadiere dei carabinieri in pensione ed ex consigliere comunale ad Acireale per An; Marco Facondo, 34 anni; Sergio Formosa, 60 anni, residente a Trecastagni; Graziella Gagliano, 34 anni, di Paternò: Angela Patrizia Garaffo, 42 anni, attivista del Mpa; Fulvio Garigliano, 71 anni, ex segretario dei pensionati Cisl; Fabio Gugliemino, 42 anni, di Mascalucia; Valentina Gullotta, 46 anni, di Acicastello; Rita Maria Labisi, 54 anni, di Acicastello; Maurizio Maccarrone, 47 anni; Rosario Marino, 49 anni, di San Pietro Clarenza; Dario Matteo Maugeri, 34 anni; Filippo Moschella, 52 anni, di Acicatena; Giuseppa Musumeci, 60 anni; Salvatore Narcisi, 42 anni; Antonino Nicotra, 58 anni, ex assessore comunale della seconda giunta Scapagnini, con delega al decentramento, City Lab e Casa, candidato del Pdl alle amministrative del 2008, ha ottenuto 731 voti. Attualmente gestisce una sezione del Pdl; Concetto Poma, 37 anni, di Mascalucia; Salvatore Santagati, 64 anni, di Motta S. Anastasia, ex assessore comunale a Motta; Antonina Scuderi, 63 anni, di Gravina; Raffaele Stancanelli, 60 anni, sindaco di Catania, indagato nella sua qualità di ex assessore regionale alla Famiglia; Paola Valvo, 59 anni; Rosa Alba Vitali, 63 anni, residente a Gravina.

LE REAZIONI

«È un fatto inquietante, la riprova dell’incapacità del centrodestra, ad ogni livello, e del totale sprezzo delle regole». Lo ha affermato il capogruppo del Pd al Comune, Saro D’Agata, commentando l’inchiesta sulla gestione dei servizi sociali. «Chiederemo all’amministrazione comunale – ha annunciato D’Agata – che venga fatta immediatamente chiarezza e la nomina di una commissione d’indagine interna e la costituzione del Comune parte civile nell’eventuale processo». «Una banda di malfattori, composta da ex assessori, consigliere provinciale, direttore e dipendenti del Comune ha arrecato danni per milioni di euro alle già disastrate casse dell’Ente». Lo ha detto Salvatore La Rosa, segretario provinciale dei Comunisti italiani. Per il segretario del Pdci catanese, «la responsabilità di questi fatti è anche, se non soprattutto, politica: il sindaco Stancanelli deve trarne le conseguenze politiche e dimettersi immediatamente per non perdere la faccia». «Ancora l’ennesimo scandalo di un inesauribile e nauseabondo pentolone che ha visto sinora politica e apparato burocratico devastare e saccheggiare Catania». Lo ha affermato Orazio Licandro della segreteria nazionale del Pdci-Federazione della sinistra. «La nuova inchiesta svela fatti ancora più odiosi perchè malaffare e profitto illecito si sono consumati sui cittadini più deboli, cioè disabili e anziani: un vero e proprio schifo! Se confermati i fatti siamo in presenza di un preciso meccanismo di truffa e corruzione intollerabili. Tutto ciò – osserva l’esponente del Pdci – non sarebbe potuto accadere senza forti coperture». Mimmo Calvagno, capogruppo del Mpa alla Provincia, ha espresso «lo stupore e lo sconcerto di tutti i consiglieri provinciali, al di là delle appartenenze politiche, alla notizia» dell’arresto del suo collega di partito, Nunzio Parrinello.«Ho una grande fiducia nella magistratura – ha detto Calvagno – e vorrei che fosse fatta al più presto luce su questa vicenda».

PARRINELLO E CARUSO

“Sono molto sorpreso dall’iniziativa della Magistratura poiché il dott. Parrinello aveva offerto ogni utile chiarimento per le vicende che riguardano la Coop. “Luigi Sturzo”. Mi auguro – ha dichiarato l’avvocato Carmelo Galati – che dall’interrogatorio di garanzia possano chiarirsi tutti gli aspetti contestati e che si possa dare serenità e fiducia ai lavoratori della Cooperativa che restano in ansia per la loro futura eventuale occupazione”. “Sono profondamente amareggiata per il mio coinvolgimento nell’inchiesta sul distretto 16, di cui fa parte anche il comune di Misterbianco. Sono serena perché ho piena fiducia nell’operato della magistratura catanese e sono certa che la mia posizione del tutto marginale sarà presto chiarita”.

Fonte “La Sicilia” del 17-07-2010

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