Lavoro, difesa delle classi deboli, equità fiscale e politiche che aiutino il polo tessile. E’ quanto ha chiesto la Cgil, durante l’incontro zonale tenuto a Bronte in un gremito auditorium del Real Collegio Capizzi, alla presenza di Gino Mavica (responsabile di zona), Alfio Mannino (segretario provinciale della Flai Cgil), Angelo Villari (segretario provinciale della Cgil) e del deputato regionale Concetta Raia. L’assemblea ha chiesto a tutti i Comuni il mantenimento dei servizi sociali e la tutela delle fasce deboli attraverso la lotta all’evasione ed il rilancio dell’edilizia privata attraverso l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione per chi ristruttura nel centro storico e la firma di un protocollo di legalità, sulla falsariga di quello firmato nel 2007 con il Comune di Bronte, con tutti i Comuni della zona per gli appalti pubblici. Oltre a ciò, la difesa del polo tessile favorendo la nascita di un marchio locale e lo sblocco del piano territoriale del Parco dell’Etna e l’inserimento del vulcano tra i beni mondiali tutelati dall’Unesco. Infine la Cgil ha chiesto il rispetto dei livelli occupazionali garantiti l’anno scorso nella Forestale. “Quell’area – ha affermato Villari – ha il vantaggio di avere enormi risorse turistico ambientali ed il tessile che possono e devono garantire sviluppo e lavoro. Paradossalmente, invece, contiamo il 60% di disoccupazione giovanile. Bisogna quindi rilanciare il polo tessile e riorganizzare il settore dei lavoratori forestali”. “Bisogna che la Regione siciliana – ha concluso Concetta Raia – individui le risorse per i lavoratori forestali eliminando gli sprechi a cominciare dall’accorpamento dei dipartimenti. Alla ripresa dell’assemblea regionale presenteremo un disegno di legge affinchè venga rispettato l’accordo unitario raggiunto con il governo regionale che stabilisce i livelli occupazionali nella Forestale”
UN INDOTTO DA 3MILA POSTI DI LAVORO
Polo tessile e Forestale nel versante nord dell’Etna (da Bronte a Piedimonte), danno lavoro ad oltre 3000 persone. Se il polo tessile di Bronte, prima che arrivasse la crisi delle commesse, dava lavoro a quasi 600 dipendenti, grazie alla Forestale oggi vivono circa 2000 lavoratori così suddivisi: Randazzo 660, Maletto 180, Bronte e Maniace 850, Linguaglossa, Castiglione e Piedimonte 340.
fonte “La Sicilia” del 10-08-2012