Ben 26 figuranti, tra soldati, angeli, Giuseppe e Maria con un bimbo ad interpretare il bambin Gesù, e il coro, hanno interpretato a Bronte “La Fuga in Egitto”. Una rappresentazione di autore ignoto, che negli ultimi anni dell’ottocento e ad inizio novecento, veniva rappresentata dalle varie corporazioni di artigiani. Poi tutto si è perso, anche il copione, fino al 1966, quando padre Luigi Camuto, attuale Parroco di San Giuseppe, attraverso le testimonianze degli anziani, e con una certosina opera di ricostruzione, ha riscritto il copione, quasi uguale a quello usato un secolo prima. In dialetto italiano antico, e con passaggi di chiara origine sicula. Quest’anno, la rappresentazione, che parla di Dimma, un centurione che assieme ai suoi soldati deve ubbidire all’ordine di Erode di uccidere tutti i bambini sotto dei due anni, si trova davanti Gesù, Maria e Giuseppe, ma il truce Centurione, invece di uccidere il bimbo, viene colto da un senso di pietà, e oltre a non ucciderlo, riesce a convincere i suoi soldati a non uccidere. Un mix di barbarie e dolcezze che rappresenta il passaggio dalla crudeltà al perdono e alla conversione. A patrocinare l’evento, realizzato dal Gruppo Giovanile della Parrocchia San Giuseppe, il Consiglio delle Donne che ha voluto dare un segno tangibile in queste Feste Natalizie all’insegna del rigore. Purtroppo, dopo le due rappresentazioni all’ospedale ed in Piazza Spedalieri, la terza non si è tenuta, a causa della Morte di Padre Longhitano, alla cui memoria, è stata dedicata la rappresentazione.