Certo qualcosa vorrà dire se nonostante gli Stati Uniti siano il maggior produttore di pistacchi al mondo, davanti a Iran, Turchia e Siria, a New York i pasticceri più rinomati si vantano di far gustare gelato al pistacchio verde di Bronte dop, ed i migliori chef gli fanno eco spargendolo ovunque, anche sulle insalate di barbabietole. Se poi aggiungiamo che i ristoratori di Tokio sono disposti a pagare anche 200 euro per accaparrarsi un chilo di “Oro verde” brontese, che qui da noi rischia anche di superare i 40 euro, significa proprio che alle falde dell’Etna si produce il migliore pistacchio al mondo. Il pistacchio di Bronte, infatti, ha il vantaggio di essere coltivato in una terra dove il sole non manca mai e dove può trarre linfa vitale dalle irte lave dell’Etna, giovandosi anche di un’altitudine che gli permette di crescere rigoglioso e dare frutti fino a 900 metri sul livello del mare. Un cocktail di elementi che alla fine ci regalano un frutto dal sapore unico, dall’elevato valore nutrizionale e dal riconoscibilissimo colore verde che lo contraddistingue da tutti gli altri. In tutto il mondo ormai quando si parla di pistacchio di eccellenza si parla di Bronte e questo fa si che i commercianti brontesi quasi snobbino la possibile concorrenza che c’è nel mondo, perché è come se gli altri Paesi competitor che producono addirittura il 99% del pistacchio che circola nel pianeta, quasi sembrano riconoscere l’esclusività e la superiore bontà di quell’1% che viene da Bronte. Ma se il pistacchio di Bronte ha raggiunto fama e valore lo si deve anche all’Expo/Sagra del pistacchio verde dop, che ieri ha aperto i battenti e che rimarrà assoluto protagonista del turismo gastronomico autunnale dell’Etna per questo e per il prossimo fine settimana. Il turista che dal 28 al 30 settembre e dal 5 al 7 di ottobre si recherà a Bronte, infatti, troverà nel centro storico più di 100 stand, e di questi tanti offrono e vendono pistacchio verde di Bronte in tutti i modi possibili: sgusciato, tostato, nei dolci, nei gelati, nei vasetti, nei torroni e nelle buonissime paste. Fermandosi a pranzare o cenare, inoltre, potrà assaggiare l’Oro verde anche nei primi e nei secondi dove, credeteci, è in grado di conferire gusto e sapori ineguagliabili. E buonissima è anche la pizza al pistacchio, che questa sera i maestri pizzaioli brontesi faranno gustare alle ore 18 in piazza Rosario. Insomma, per 2 week end Bronte sarà la capitale dell’eccellenza gastronomica con un appuntamento da non perdere. E le stime già ipotizzano un’affluenza di non meno di 100 mila visitatori, tutti vogliosi di non perdersi la vetrina per eccellenza del pistacchio. E guardando manifesti e dépliant ci si rende conto dell’imponenza dell’orga nizzazione. “Al turista che arriva in auto – ci dice l’assessore Giuseppe Di Mulo che ha seguito l’organizzazione dell’evento – indicheremo le aree dei posteggi, per poi accompagnarlo in bus all’ini – zio di viale Catania. Da qui entrerà nel vivo dell’Expo, attraversando tutti i settori dedicati all’artigianato, allo spettacolo e poi, in corso Umberto, a quello riservato al pistacchio di Bronte che quest’anno, in piazza Spedalieri, si “sposerà” con il cioccolato di Perugia e Modica”. Inoltre rimanere a Bronte per pranzare o cenare sarà quasi obbligatorio per non perdersi i tanti spettacoli che renderanno vivo e divertente il percorso. Ad esibirsi artisti di livello con una particolare predilezione all’arte tutta siciliana: “Si – infatti spiega il sindaco Graziano Calanna dopo aver tagliato il nastro inaugurale dell’Expo numero 29 – abbiamo pensato a tanti artisti locali, del territorio e comunque siciliani. Questo perché il pistacchio verde di Bronte dop essendo unico è una delle tante immagini belle della nostra terra. Immagine che vogliamo esportare in tutto il mondo, lanciando un messaggio di una Sicilia laboriosa e terrà di un prodotto tipico che anche grazie alle mani sapienti dei ristoratori e pasticceri brontesi diventa eccellenza. Io – conclude – percepisco la voglia di pistacchio che pervade un po tutti in Sicilia. E poi l’Expo riesce a coniugare nei visitatori la voglia di divertirsi e di visitare la città, con la voglia di assaggiare tutti i dolci ed i cibi che si preparano con il nostro pistacchio”. Ed allora buon pistacchio a tutti. La festa d’autunno più buona dell’Etna è iniziata. Fonte “La Sicilia” del 29-09-2018
L’ORIGINALE Introdotto dai saraceni intorno all’anno 1000, il pistacchio a Bronte ha occupato qualcosa come 4000 ettari di territorio per una produzione biennale che si aggira intorno alle 30 mila quintali. Ma come riconoscere il pistacchio di Bronte da tutto il resto? Facile. Anzitutto attenzione alla forma, perché quello di Bronte è allungato e poi guardate bene il colore. Tolto il guscio la pellicina della buccia, infatti, ha un colore che tende al violaceo, o meglio, al melanzana, con riflessi verde chiaro, mentre all’interno mostra il tipico colore verde smeraldo. Ricordate: il pistacchio di Bronte non è mai giallo. Fonte “La Sicilia” del 29-09-2018