Il giorno dopo la visita ufficiale nell’ospedale di Bronte del ministro Giulia Grillo, rimane la speranza che la massima autorità sanitaria del Paese, accolga le richieste che sono giunte dal territorio. All’incontro con il ministro, infatti, erano presenti i sindaci o i rappresentanti dei Comuni, oltre a Bronte, di Randazzo, Maletto, Maniace, Cesarò e San Teodoro. In nome di tutti ha parlato il sindaco di Bronte Graziano Calanna. «Al ministro – ha affermato –non potevano certo sottoporre i piccoli problemi che denuncia l’ospedale, ma principi di carattere generale. Inoltre è giusto sottolineare che con il nuovo direttore generale Maurizio Lanza si sta lavorando in sinergia. «Al ministro – continua – tutti i sindaci abbiamo sottolineato come all’ospedale di Bronte arrivino pazienti da tre ex provincie (Catania, Messina ed Enna), che la mobilità è difficile a causa dell’oro – grafia del territorio e che, inspiegabilmente, la rete ospedaliera colloca 6 ospedali nel raggio di 45 chilometri ed appena un Presidio di zona disagiata nei restanti 85 chilometri del cono dell’Etna che invece ha bisogno di un ospedale efficiente in grado di garantire i servizi essenziali.
«Discorso a parte – conclude il – ha merito il problema dei lavori dell’ospedale iniziati nel 2006 e mai finiti. Al ministro – conclude Calanna – abbiamo ribadito che è ovvio che i problemi dell’ospedale di Bronte sono la naturale conseguenza di una trentennale scellerata politica sanitaria, tuttavia la nostra generazione di amministratori pubblici, pur tenendo conto dei disastri ereditati, ha l’obbligo di far progredire le comunità». Fonte “La Sicilia” del 24-05-2019
MITT. COMITATO CITTADINO A DIFESA DELL’OSPEDALE DI BRONTE
AL MINISTRO DELLA SALUTE ON. GIULIA GRILLO
Egregio Ministro, in qualità di Comitato a Difesa del Punto Nascite e dell’Ospedale di Bronte, siamo contenti di questa sua visita al nostro ospedale, e nel nostro territorio, perché mostra attenzione a situazioni e luoghi spesso dimenticati dalla politica Regionale e Nazionale. Avremmo preferito che la sua visita giungesse in silenzio, in modo da vedere le condizioni dell’ospedale nella piena realtà, e non dopo le sistemazioni dovute al suo arrivo. Ma oggi, non è giorno di polemiche, bensì di proposte e richieste fondate sul basi solide, e soprattutto sul diritto alla Salute dei cittadini, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che lo Stato ci deve Garantire, e di cui Lei, in qualità di Ministro della Repubblica, e in nome del popolo, deve essere l’assoluto Garante di questo Diritto. L’ospedale di Bronte è un bene del popolo, esso nacque grazie alle donazioni della Chiesa, di cittadini facoltosi, e del popolo, che a partire dal 1500, ha costruito l’ospedale, riuscendo ad avere un servizio che doveva garantire lo Stato. Nel corso degli anni, l’ospedale è diventato un punto di riferimento sia per Bronte, sia per i Comuni vicini, fino alla fine degli anni 80’, dove il nosocomio raggiunge il massimo del suo splendore, con diversi reparti aperti e funzionanti, e alcune eccellenze, tra cui l’Urologia, che ha avuto pazienti da tutta la Sicilia e anche dalla Calabria.
Poi, negli anni 2000, il cambio di rotta. Diversi lavori di ristrutturazione e miglioramenti vengono finanziati e iniziano i lavori, che dovrebbero portare l’ospedale di Bronte ad offrire maggiori servizi e migliore qualità. Ma quello che sembra il riconoscimento dovuto ad un presidio sanitario isolato e lontano dai grossi centri, improvvisamente diventa un grosso handicap. Infatti i lavori iniziano, non verranno mai completati, molte cose sono lasciate a metà, e aumentano i disagi, costringendo la direzione sanitaria a tagliare posti letto, ad esempio in Ginecologia e Ortopedia, proprio per la mancanza di locali idonei.
Ad oggi, a distanza di quasi 15 anni dall’inizio del lavori, molte opere sono rimaste incomplete, molte irrealizzate, e molte finite e non utilizzate. Tra l’altro, la guerra politica tra Firrarello e Lombardo, ha fatto si che nell’ospedale di Bronte siano iniziati dei pesanti tagli, a favore di altri nosocomi che si trovano in una situazione territoriale migliore di Bronte.
In pochi anni, i continui cambiamenti delle Rete Ospedaliera, ci hanno privato di importanti servizi, tra cui l’Urologia, il laboratorio analisi, poi ripristinato, e un continuo taglio di posti letto, che con l’ultima variazione della Rete sembra essersi fermato. Purtroppo ancora oggi, nonostante le rimostranze di diverse Associazioni e cittadini, l’ospedale di Bronte è rimasto ai margini della rete ospedaliera. Ancora una volta, ci viene negato il diritto alla salute, e cosa ancora più grave, siamo considerati cittadini di serie C, rispetto ad altre zone della Provincia di Catania e della Sicilia. E le spieghiamo il perché:
Come si vede da questa mappa, l’ospedale di Bronte serve il versante dell’Etna più lontano dalla Città, e in cui non vi sono più presidi ospedalieri. Una volta, gli ospedali di Linguaglossa, Randazzo e Adrano, assicuravano un buon target di prestazioni ai cittadini, ma con la loro chiusura, Bronte è rimasto l’unico baluardo in una zona isolata, con strade tortuose e difficili da percorrere specie in inverno, e punto di riferimento per Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, e con pazienti anche da Adrano e Linguaglossa. Inoltre è il più vicino ospedale per i Comuni del messinese tra cui Cesarò, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria ed anche Floresta, Roccella, Moia e Malvagna in alcune occasioni. Un bacino di quasi 100.000 abitanti, che si vede togliere ogni giorno servizi sanitari. Per questo, il nostro comitato che fin dalla nascita ha avuto come fine la difesa dell’ospedale, senza scendere in beghe politiche o proclami elettorali, ha sempre contribuito alle varie lotte effettuate, ma purtroppo non sempre con i risultati sperati. Nel tempo, abbiamo raccolto oltre 6.000 firme a difesa delle nostre ragioni, abbiamo fatto diverse manifestazioni ed iniziative sempre nel rispetto delle leggi, e senza mai andare oltre il lecito. Ma oggi, egregio Ministro, siamo stufi, stufi di sentire sempre chiacchiere, stufi di essere presi in giro da una politica sempre più sorda ai bisogni dei cittadini, stufi di aspettare che qualcuno muoia per accendere i riflettori su una situazione grave e a forte rischio. Quello che oggi Le chiediamo, è solo di ridarci la dignità, sia come cittadini, e soprattutto come ospedale. Non vogliamo la luna, né cose impossibili o inimmaginabili, vogliamo i servizi essenziali, per garantire alla popolazione un minimo di sicurezza sanitaria. Che serve per avere questo? Non molto, soprattutto serve quella volontà politica che negli ultimi anni è palesemente mancata. I fondi ci sono, stanziati e fermi da anni, le professionalità pure, anzi è soprattutto grazie a loro che in questi anni molti guai sono stati evitati, grazie all’impegno di tanti lavoratori, che nonostante le condizioni disagiate e di inferiorità rispetto ad altri nosocomi, hanno sempre assicurato il loro operato al meglio, con grandi sacrifici.
Negli anni scorsi e anche tutt’ora, ci hanno tolto “pezzi” in continuazione, un sistema per non dare nell’occhio, e per evitare chiusure improvvise, ma oggi non si può continuare così. La rete ospedaliera, non è consona al territorio, infatti, senza nulla togliere agli altri ospedali, non è ammissibile che Giarre e Paternò, dapprima esclusi, ora siano ritornati presidi di Base, nonostante la loro vicinanza ad altri grossi ospedali, e ai grossi centri, mentre Bronte, lontano e isolato da tutti, resti Ospedale di zona disagiata, con poche unità e pochi servizi ai cittadini. Cosa le chiediamo come Comitato, ma soprattutto come cittadini?
Un ospedale dignitoso, che deve dare i necessari servizi, per questo è necessario l’immediato completamento dei lavori, come avvenuto a Biancavilla, nonostante la stessa ditta messa sotto sequestro.
Il completamente della pianta organica, e la divisione dei compiti con gli altri ospedali, non è ammissibile che spesso, i medici in servizio a Bronte vengano dirottati a Biancavilla, lasciando il nostro territorio scoperto, ad esempio come accaduto in Pediatria ed Ortopedia. Il ripristino dell’Urologia e il mantenimento dell’Ortopedia, servizi che ultimamente sono stati quasi eliminati da Bronte. Iniziare i lavori del Pronto soccorso in cui la Regione ha stanziato oltre 800 mila euro, ma che ancora vede tutto fermo, e gli operatori in servizio al Pronto soccorso, non possono garantire il massimo della qualità. Una nuova Tac, e le necessarie strumentazioni necessarie a dare agli utenti delle risposte certe e dettagliate.
Una nuova ambulanza per i servizi interni ed i trasferimenti, visto che quelle in dotazioni sono ormai logore e non garantiscono i necessari standard di sicurezza. A tal proposito, sembra che il dottor Lanza, abbia già dato disposizioni per l’acquisto. Speriamo nell’arrivo in tempi brevi.
Un nuovo reparto di Ginecologia e Ostetricia e il mantenimento del Punto Nascite, che negli ultimi anni è stato relegato in locali non idonei, e con posti limitati, questo ha causato la caduta libera dei numeri di parti, passati dai circa 500 di 10 anni fa, ai circa 300 odierni. Molte future madri, vengono dirottate in altri ospedali, spesso anche in cliniche private, proprio per non soffrire la carenza di posti. Anche medici che lavoravano alacremente e con grande impegno sono stati trasferiti in altri ospedali. L’eventuale chiusura del Punto nascite, significherebbe la morte dell’ospedale, perché non resterebbe più neanche il servizio di anestesia, gravando il personale del pronto soccorso e dei reparti, di gravi responsabilità sui pazienti critici.
Chiediamo il mantenimento dei Reparti di Lunga Degenza, Medicina, Ortopedia, e Chirurgia, che al momento funziona solo sei ore al giorno dalle 8 alle 14, e che se vede arrivare un caso urgente nel pomeriggio, deve attrezzarsi a portarlo fuori da Bronte, e con la speranza, secondo il tipo di malore accusato, che ci arrivi vivo. Inoltre si chiede il mantenimento della Pediatria e Neonatologia, e il potenziamento del Pronto soccorso, sia come attrezzature, sia come personale, in virtù dei sempre più numerosi accessi.
Noi del Comitato, abbiamo deciso di non votare alle prossime elezioni, una scelta dolorosa e sofferta, ma che speriamo ci porti a delle attenzioni da parte di chi ha competenza, “Senza ospedale #IONONVOTO” è il nostro slogan, ci negate i diritti, vi neghiamo i doveri, questo perché ultimamente, nonostante i cambi nei vari Governi regionali e Nazionali, nessuno ha avuto attenzioni per i nostri bisogni. Bisogni non personali, attenzione, ma nell’esclusivo interesse dei cittadini e di una popolazione lasciata ai margini del sistema sanitario. Egregio Ministro scusi lo sfogo, ma è quello che il territorio e i suoi cittadini pensa. La nostra non è una battaglia contro la destra, la sinistra i grillini o chissà chi, la nostra è una battaglia a difesa di un diritto sempre più negato, nonostante i cittadini di Bronte, e dell’intero comprensorio, paghino le stesse tasse degli altri, se non di più. Siamo disponibili ad un confronto con Lei, con il Governo Regionale anch’esso sordo alle nostre richieste, ma anche pronti alla lotta, secondo le leggi, ma senza guardare in faccia nessuno, ma solo gli interessi del territorio. Forse per la politica il nostro ospedale, la nostra gente vele poco, ma a volte, la lotta diventa dura proprio per difendere quel poco che si ha. Grazie dell’attenzione.
Biagio Venia Presidente del Comitato A Difesa dell’ospedale
Luigi Saitta Addetto Stampa del Comitato
A mio parere l’ospedale per il comprensorio andrebbe centrato geograficamente…in caso di terremoto , non sarebbe immediatamente accessibile , visto dov’ è situato….