Torna a farsi sentire il Comitato per la difesa del Punto nascite e dell’ospedale di Bronte, per voce del suo presidente Biagio Venia, che da anni attende un miglioramento dei servizi ospedalieri sempre promesso e mai ottenuto. «Purtroppo –dice il presidente – il lavoro incessante del comitato, aiutato anche da altre associazioni tra cui Cittadinanzattiva e altre, oltre a tanti cittadini e istituzioni, non ha prodotto i risultati sperati. Siamo stanchi di promesse mai mantenute e di prese in giro continue e perpetrate ai danni di una intera Comunità. A nulla sono valsi gli incontri avuti con il responsabile dell’Asp 3 dott. Giuseppe GIammanco, che ad oggi poco ha fatto di quanto promesso. L’ultimo incontro avuto con il direttore, avvenuto nello scorso settembre, ci aveva lasciati speranzosi in un cambiamento. Invece da allora, dopo la breve visita dello stesso direttore nel nostro nosocomio, il nulla. Infatti – continua – i problemi che assillano l’ospedale sono gli stessi. Il dottor Giammanco ci aveva promesso l’acquisto immediato di una nuova ambulanza, in sostituzione di quelle attuali ormai vetuste, la ripresa dei lavori e il miglioramento di alcuni servizi essenziali. Invece non abbiamo visto nulla! Né ambulanza, né lavori, e il continuo sparire di servizi tra cui l’Urologia, ormai trasferita a Caltagirone e che i nostri cittadini non utilizzano più, a causa delle enormi difficoltà che ci sono per raggiungere la città dei presepi. Chiediamo – conclude il presidente – un incontro con l’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza, e con lo stesso presidente Musumeci, per capire le loro intenzioni riguardo ad un ospedale isolato e che serve una vasta porzione di territorio lontana dai grossi centri, difficile da raggiungere, specie nei mesi invernali, se ciò non avviene siamo pronti ad un inasprimento delle proteste». Una dichiarazione quasi di guerra, che riaccende i riflettori su una situazione che si protrae ormai da anni senza trovare sbocco. Lavori finanziati e mai realizzati o completati, reparti tagliati, e unità operative trasformate da complesse a semplici. Con il Punto nascite rimasto aperto grazie ad una deroga, e il pronto soccorso che aspetta un necessario potenziamento di uomini e mezzi. Anni di battaglia che hanno visto coinvolti il Comitato, le varie associazioni della zona, oltre ai sindaci e i Consigli comunali di diversi Comuni. La vecchia rete ospedaliera prevedeva Bronte come ospedale di zona disagiata, con una ulteriore penalizzazione. Ora, invece, il neo assessore Razza sin dal suo insediamento parla di rimodulazione della rete ospedaliera, ma ad oggi niente di nuovo è apparso all’orizzonte. Bronte è l’ospedale più lontano dal capoluogo di Provincia, al centro di un territorio impervio e montano, spesso unico baluardo sanitario della zona. Per questo necessità di lavori e miglioramenti urgenti, almeno per garantire il trattamento delle urgenze. Un diritto sancito dalla stessa Costituzione. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 29-05-2018