Alle sei e mezza della sera, nella domenica più attesa dell’anno, sotto il municipio serpeggia il panico. A Maletto arriva l’auto blu con dentro il segretario nazionale della Lega, ma il sindaco Salvatore Barbagiovanni non c’è. «Sta arrivando», dicono i vigili urbani. «Forse». Intanto Matteo Salvini, pronto a piantare una bandiera verde nel comune che alle Europee ha premiato il Carroccio come prima lista (526 voti, pari al 32%) si fa spazio fra gli stand della sagra. Godendosi pure qualche timido applauso. «Bravo Matteo, basta più con questi niuri, non li vogliamo, mandiamoli a casa loro che qui lavoro non ce n’è nemmeno per noi». Lui sorride e incassa: «Le due emergenze, il lavoro e l’immigrazione, sono le stesse in Brianza come a Maletto. Se diamo risposte non solo al nord, ma anche alla Sicilia sono contento. C’è gente che ci sta chiedendo una mano, da Maletto a Ragusa e Caltanissetta, da Catania ad Augusta e Pozzallo». Bacia e abbraccia con calore siculo il suo golden boy etneo, Antonio Mazzeo, imprenditore edile di 25 anni, protagonista del successo elettorale; accompagnato dal Richelieu di tutta questa operazione, ovvero Angelo Attaguile, deputato nazionale. La passeggiata con telecamere e taccuini al seguito non passa inosservata. «Però è carino, con quella pancetta sexy», azzarda una ragazza. Ma sono in molti a non apprezzare la presenza: «Lo dovremmo prendere a colpi di fragole in faccia, ma è peccato per le fragole», sbotta un giovane. Un signore di Maletto ci avvicina e ci passa il telefonino: «C’è mio figlio, lei è giornalista, vero? Le vorrebbe dire una cosa». E raccogliamo lo sfogo live dalla Padania: «Il mio paese è diventata la barzelletta d’Italia». Ma perché? «Io faccio l’insegnante a Pavia da 15 anni, ma lo sapete cosa dice Salvini di noi siciliani “fannulloni e mangiapane a tradimento”, quando è qui? A calci nel culo, i miei paesani lo devono prendere. Altro che tappeti rossi». Ma il sindaco non c’è ancora. L’appuntamento con Salvini era alle 17, ma il volo Milano-Catania è stato dirottato a Palermo. Il ritardo c’è, ma è giustificato. Nella lunga attesa, la confessione di Barbagiovanni. Sul «fastidio per l’effetto mediatico nazionale, questo non è un paese leghista», perché «ci siamo sentiti tirati per la giacca, infilati in giochi più grandi di noi». E ammette, il sindaco di Maletto, che «molti dei miei cittadini mi hanno detto di non accoglierlo, Salvini, ma io lo faccio perché sono un’istituzione». Intanto per il leader del Carroccio il tragitto verso il municipio è l’occasione per parlare dei temi politici. A partire dal disgelo della Lega nei confronti di Matteo Renzi sulle riforme, in particolare quella del Senato. «L’apertura c’è ma è sui contenuti. Se vogliono riportare tutto a Roma non ci siamo. Se vogliono mantenere le peculiarità, premiare le Regioni e i Comuni virtuosi e non rubare l’autonomia a chi ce l’ha, noi ci stiamo». Molto più disinteressato sull’altra apertura di giornata, quella di Grillo sulla legge elettorale: «Ha preso l’ultima delle cose che mi interessano». L’affondo più pesante lo riserva ad Angelino Alfano: «C’è un ministro siciliano che sta facendo carne da macello dell’Italia, ma soprattutto della Sicilia, con un’invasione clandestina senza precedenti». Mare nostrum? «Da sospendere subito, perché crea morte e porta da noi migliaia di disperati senza futuro». E poi «l’ha detto anche il Dalai Lama: “Aiutiamoli a casa loro, perché son troppi”, lo comunichino a Renzi e Alfano», ammettendo: «Sì, io sono per i respingimenti: facciamo come la Spagna». Il municipio è aperto, ma il sindaco non c’è ancora. «E allora occupiamo l’aula consiliare», dice un signore con l’abito buono della domenica, vantandosi di essere «un tesserato della Lega». Tre rampe di scale, Salvini si accomoda su uno degli scranni occupati dal gruppo di minoranza, “Vivere Maletto”. Giura il capogruppo Vincenza Castiglione: «Per noi è molto di più di un gemellaggio, c’è sintonia politica». Ed è emozionata, la signora, quando dice che «ci siamo affidati a chi vuole agire subito». Anche Attaguile sottolinea «oltre a quella fisica, una vicinanza politica nel quadro di un’Italia, unica e unita, delle autonomie». Finisce l’incontro autogestito, ma il sindaco non c’è ancora. Uno sgarbo istituzionale? «Macché, non ci credo nemmeno se è interista», ironizza Salvini. Mistero svelato: Barbagiovanni è in piazza «per il taglio della torta». Un’enorme golosità, 350 chili di fragole e panna distribuiti su sei piani. Qualcosa che a Maletto è come il rito dell’ampolla con l’acqua del Po a Pontida. E allora è Salvini ad andare in piazza. Dove sul sindaco continua il pressing: «Levati la fascia e fai suonare Fratelli d’Italia», gli suggerisce uno del suo staff. Alla fine l’incontro si fa, con la fascia ma senza inno. «Ho nel trolley un pacco di riso e uno di farina gialla per fare la polenta», dice Salvini. Qualche decina di metri di passeggiata, fra stand di tagliazucchine multifunzione e di porchetta di Ariccia (ma che c’entra la porchetta di Ariccia con le fragole di Maletto?). E poi una scorpacciata di fragole a favore di telecamere. Mimetizzato fra le vaschette rosse, un sornione Pino Firrarello, sindaco della vicina Bronte, sintetizza da par suo questo insolito pomeriggio: «Salvini è furbissimo. Riceverlo in municipio? Io l’avrei fatto. Ma era troppo in ritardo. Tanto poi è finita a tarallucci e vino». Come dire: pistacchio batte fragola uno a zero. E ce ne sono pure per la polenta, se volete…
Mario Barresi Fonte “La Sicilia” del 16-06-2014
IL PERSONAGGIO
Mazzeo, il “padano” sotto il Vulcano
Maletto. Elegante come uno sposo all’ingresso della chiesa, ad attendere Salvini c’è il protagonista del “modello Maletto”. Antonio Mazzeo, 25 anni, imprenditore edile, più di 500 voti alle Europee. «Un attestato alla mia persona, ma anche un apprezzamento della nuova Lega, che non parla più di “Roma ladrona” o di “sud puzzolente”, ma di problemi concreti per tutta l’Italia». Il marcio è a Bruxelles, dove il giovane leghista di Maletto potrebbe finire nello staff di Salvini: «E chi lo dice che non lo farò, sarebbe un bel segnale per la Sicilia». Smentisce una candidatura a sindaco di Maletto, ma «stiamo lavorando a un bel progetto». Nessun imbarazzo su una parentela emersa dopo il suo boom elettorale: il fratello dello zio di Mazzeo è il boss Montagno Bozzone. «La mia è una storia pulita. Si scelgono gli amici e i partiti, non i parenti», taglia corto. Incassando poco dopo la fiducia di Salvini: «Io conosco lui e stimo lui, non conosco i gradi di parentela dell’universo mondo, non posso giudicare. Son contento delle persone che abbiamo candidato e del punto di partenza per la Lega in Sicilia», dice il segretario della Lega. Che respinge al mittente anche l’accusa di “riciclare” gli ex lombardiani. Come Angelo Attaguile, eletto nella lista di Forza Italia in quota Mpa e poi decisivo, numericamente, per la formazione del gruppo autonomo della Lega alla Camera: «L’onorevole Attaguile è persona splendida e degnissima. Sono contento di averlo incontrato e anzi spero di poter fare tanta strada con lui. C’è vecchio e vecchio, c’è nuovo e nuovo».
Mario Barresi Fonte “La Sicilia” del 16-06-2014