Sette giorni ancora a disposizione dei produttori per far inserire la propria azienda all’interno della filiera del pistacchio Dop (denominazione d’origine protetta) di Bronte. Il 30 giugno prossimo, infatti, scadono i termini per la presentazione delle istanze alla “Corfilcarni Gcc” dell’Università di Messina, ovvero all’ente certificatore che dovrà verificare che ubicazione del pistacchieto e metodi di coltivazione siano in linea con il disciplinare approvato dall’Unione Europea. Chi non presenterà l’istanza non potrà far fregiare il pistacchio coltivato del riconoscimento della Dop. Per questo Biagio Schilirò, presidente del Consorzio di tutela del pistacchio verde di Bronte ha organizzato un vertice all’interno del Real Collegio Capizzi, cui ha partecipato anche l’assessore alle Attività produttive, Nunzio Castiglione e i dottori Stefano Simoncella e Claudia Del Duca della Corfilcarni. “Fino a oggi” – ci dice Schilirò – a presentare la domanda sono stati circa in trecento. Tenete presente che, anche se è difficile poter effettuare delle stime precise, a Bronte sono migliaia i produttori di pistacchio”. “Rimango comunque fiducioso – continua Schilirò – sono convinto che in questi ultimi sette giorni la lista degli aderenti salirà almeno a cinquecento”. Per Schilirò è fondamentale che tutti i produttori aderiscano alla dop. “Per essere certificato – ci spiega – il pistacchio di Bronte dovrà essere riconosciuto dalla Cofilcarni. Ormai è certo il pistacchio Dop di Bronte potrà essere venduto dai produttori anche il 20% in più rispetto a quello non riconosciuto”. Anche l’assessore Castiglione invita i produttori ad aderire: “Dobbiamo ringraziare i fondatori del Consorzio e dell’associazione le Sciare per avere creduto ai tempi nel riconoscimento Dop, ed il senatore Pino Firrarello e il presidente Giuseppe Castiglione per aver sostenuto l’iniziativa nelle sedi competenti. Inutile ribadire importanza e benefici della dop. Adesso – conclude – è arrivato il momento tutti insieme di passare ai fatti”. Bronte vanta oltre 2000 ettari di pistacchieti, raggiungendo l’un per cento della produzione mondiale.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 24-06-2011