“Siamo i primi a volere difendere e tutelare l’ambiente e il nostro patrimonio naturalistico, ma non condividiamo l’idea che si possano contestare le iniziative di recupero agricolo del territorio solo perché, essendo il territorio rimasto incolto per anni, nel frattempo è diventato macchia mediterranea”. A sostenerlo è il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, che prende spunto dall’inchiesta dalla Procura della Repubblica di Catania, che ha indagato 3 persone, ree per avere tagliato degli alberi con l’intento di trasformare 4 ettari di terreno in vigneto. “In verità – continua Del Campo – non intendo entrare nei meriti dell’inchiesta, che farà il suo corso; ci preoccupa il principio che si tenta di stabilire. Riteniamo, infatti, che la trasformazione di terreni abbandonati, che negli anni sono diventati macchie spontanee, in iniziative agricole è lodevole dal punto di vista ambientale. Gli insediamenti agricoli, infatti, salvaguardano e garantiscono la qualità dell’ambiente, creando un modello di sviluppo e occupazione ecocompatibile. Se il terreno oggetto dell’inchiesta si fosse trovato in zona “B” del Parco dell’Etna nulla da eccepire, ma contrada Pianodario è sita in zona “D” e si trova più o meno alla stessa altitudine dell’abitato di Randazzo, senza considerare che un tempo questi terreni erano tutti dediti a vigneti, tant’è che il Comune ha rilasciato una certificazione urbanistica che attesta la destinazione agricola del terreno. E’ chiaro che la legge và rispettata – aggiunge – ma non accettiamo il principio che un terreno non possa tornare a produrre agricoltura ed economia come un tempo perché, nel frattempo, è diventato un disordinato bosco o una macchia. Così – conclude Del Campo – scoraggiamo i tanti imprenditori che stanno investendo da noi”.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 16-11-2010