No alla privatizzazione dell’acqua. E’ quanto deciso all’unanimità dai rappresentanti dei 14 Comuni della provincia di Catania che, ieri mattina, hanno preso parte in Municipio a un incontro – convocato dal primo cittadino ripostese, Carmelo Spitaleri – per trattare il trasferimento o meno del servizio idrico, finora gestito dagli enti locali, all’Ato Ct 2 Acque. I rappresentanti dei Comuni di Zafferana Etnea, Linguaglossa, Randazzo, Maletto, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Fiumefreddo di Sicilia, Aci Sant’Antonio, Sant’Alfio, Mascali, Santa Venerina, Maniace, Licodia Eubea e Riposto hanno ribadito ufficialmente il loro no alla privatizzazione del servizio idrico e confermata la necessità di procedere alla ripubblicizzazione di tale servizio. Durante l’incontro, individuati 4 punti da seguire per mantenere la gestione controllata del servizio idrico nei vari Comuni: autonomia di potere decisionale (prescindendo dall’esigenza di pareri politici che provengono dai vertici di partiti o movimenti); riconoscimento della sovranità dei diritti dei cittadini; l’acqua è un bene pubblico imprescindibile da ogni logica di mercificazione; l’Ato dovrà rivestire un ruolo di authority e non di gestione. Costituito pure un Comitato ristretto dei sindaci – composto dai primi cittadini di Riposto (che avrà la presidenza), Linguaglossa, Calatabiano, Randazzo, Maletto e Zafferana – che si occuperà della ripubblicizzazione del servizio idrico. Tra gli obiettivi del Comitato, mettere a conoscenza i cittadini dei rischi connessi alla gestione privata del servizio idrico. Tra le azioni da mettere in campo stilare un manifesto comune che illustra le scelte intraprese; studio e stesura di una bozza di legge a iniziativa dei sindaci da presentare all’Ars sulla gestione comunale dell’acqua; coinvolgimento dei Consigli per redigere un documento comune sulla problematica. «Siamo sempre più convinti – osserva il sindaco Spitaleri – che la strada intrapresa sia la più giusta. Il coinvolgimento massiccio dei Comuni ne è la dimostrazione. Abbiamo iniziato a puntare i riflettori sulla necessità di impedire il trasferimento di gestione all’Ato Acque, e da quel momento abbiamo raccolto solo consensi ottenendo anche il riconoscimenti di altri Comuni, come quelli dell’Agrigentino, che hanno condiviso i nostri obiettivi e valori». Prossimi incontri lunedì e mercoledì.
Salvo Sessa fonte “La Sicilia” del 09-07-2009