La crisi industriale e lavorativa che sta attanagliando il Polo tessile di Bronte potrebbe essere terminata. Il giudice del Tribunale di Catania sezione distaccata di Bronte, Giorgio Marino, chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dal “Consorzio società manifatturiere” della cittadina etnea, che ha contestato con tanto di carta bollata la decisione della società guidata dal patron Renzo Rosso di ridurre di oltre il 70% le commesse alle aziende di Bronte, ieri mattina ha depositato la sentenza che cosi recita: “Visti gli articoli di legge, si inibisce a Diesel Spa di ridurre e/o interrompere la relazione commerciale in corso con il “Consorzio” di Bronte, e le ordina di mantenere il medesimo numero di commesse da effettuare alle usuali condizioni. La quantità di capi non può essere inferiore a 890 mila l’anno e per almeno 5 anni, si condanna la Diesel a pagare le spese processuali. Dunque, la Diesel non potrà spostare all’estero la propria produzione di jeans. Una disposizione che ieri mattina ha fatto fare i salti di gioia non solo agli imprenditori tessili di Bronte, ma anche ai tanti lavoratori al momento in cassa integrazione con il timore di aver perso il lavoro. Il Consorzio tessile brontese rapresentato dall’avvocato Giorgio Floridia di Milano si era rivolto al giudice chiedendo che la Diesel ripristinasse le quantità di commesse pattuite in passato, poiché la loro riduzione sarebbe stata frutto dell’abuso di una posizione dominante nei rapporti commerciali. L’avvocato della Diesel, Carlo Pascotti del Foro di Treviso, si era difeso ribadendo che la riduzione delle commesse non era frutto della delocalizzazione del lavoro a scopo economico, ma a causa della riduzione delle vendite. Tesi che Floridia ha sconfessato, dimostrando che la vendita dei capi di abbigliamento di qualità alta non è in crisi: “Il giudice – afferma il prof. Floridia – ha ritenuto che non soltanto i motivi della riduzione delle commesse devono essere adotte, ma anche valide”. Infatti il dott. Marino dopo aver riflettuto sul caso per ben 44 giorni, ha dato torto alla società di Renzo Rosso su tutti i fronti. “Il giudice – ha continuato Floridia – ha decretato un vero e proprio “stop” agli abusi di dipendenza economica riconducibili alla delocalizzazione di determinate produzioni verso paesi a basso costo”. “La soddisfazione è grande – ha affermato Franco Catania, azionista di riferimento della Bronte jeans. – Questa sentenza restituisce serenità ai lavoratori preoccupati di perdere il lavoro. Cinque anni sono sufficienti per permetterci di trovare valide alternative. Vero è che la Diesel ha la possibilità di presentare ricorso, ma la sentenza emessa dal giudice difficilmente potrà essere contestata perché ben motivata”. Catania però non chiude le porte al dialogo con Renzo Rosso, e alla domanda su cosa succederà in caso di tentativi di mediazione da parte di Diesel risponde: “Siamo pronti a trattare. Non puntiamo a far rispettare la sentenza al 100%, vogliamo soltanto tutelare i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri diritti”. Intanto, la notizia ha provocato entusiasmo e considerazioni nel mondo politico e sindacale. Cgil, Cisl e Uil si erano inseriti nel ricorso del Consorzio tessile, e ora cantano vittoria: “Siamo soddisfatti – dice Gino Mavica della Cgil -. La sentenza chiude la crisi e restituisce l’attività ai lavoratori”. “Soddisfazione ma anche imbarazzo – afferma il sindaco Pino Firrarello – nel dover constatare che imprenditori di Bronte sono stati costretti a rivolgersi alla magistratura per ottenere i propri diritti da un industriale che lavora con Bronte da 30 anni e che grazie alla professionalità delle lavoratrici e delle aziende di questo paese è cresciuto, ottenendo da noi anche la cittadinanza onoraria”. “In un periodo di crisi come l’attuale – aggiunge il presidente della Provincia, Castiglione – questa vittoria assume un valore doppio”.
Fonte “La Sicilia” del 10-07-2009
«E’ un’ordinanza che afferma il diritto dei dipendenti del Consorzio siciliano manufatturiero (Csm) di Bronte a mantenere il proprio posto di lavoro e che premia l’intero territorio riconoscendo la qualità della produzione e l’eccellenza tecnologica che contraddistingue il polo tessile etneo». Esprime così la sua soddisfazione il presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, appresa la notizia che la Diesel dovrà continuare a realizzare i suoi jeans nella fabbrica del Csm per almeno altri cinque anni, con una produzione di 890.000 capi l’anno. «In un periodo di crisi come l’attuale, questa vittoria assume un valore “doppio”: da un lato si evitano i licenziamenti che sarebbero irrimediabilmente scaturiti dalla riduzione della commessa di circa l’80%, dall’altro si aprono nuove prospettive occupazionali e di sviluppo. L’intelligenza imprenditoriale – sostiene ancora il Presidente Castiglione – ha portato i consorziati a credere nell’alta tecnologia e ad investire nell’innovazione; ciò è stato determinante nella decisione del Tribunale. Il nostro artigianato tessile – ha concluso – si conferma ai vertici della qualità: una risposta del made in Italy, e in particolare del nostro distretto tessile, alla competizione con i Paesi esteri, che al basso costo dei manufatti associano un livello scadente del prodotto».
Da Ufficio Stampa Provincia
DICHIARAZIONE DEL SINDACO PINO FIRRARELLO A SEGUITO DELLA SENTENZA DEL GIUDICE DI BRONTE CHE CONDANNA LA DIESEL A RIPRISTINARE LE COMMESSE ALLE AZIENDE TESSILI
BRONTE – (9 LUGLIO 2009) – “Mi complimento con gli imprenditori del Consorzio società manifatturiere di Bronte che fa capo all’on. Franco Catania per vinto il ricorso. Non vi nascondo però di avere un certo imbarazzo nel dover constatare che imprenditori e cittadini di Bronte sono stati costretti a rivolgersi alla Magistratura per ottenere i propri diritti da un imprenditore che lavora con Bronte da 30 anni, grazie alla professionalità delle lavoratrice e delle aziende di questo paese è cresciuto, ed ha ottenuto da noi anche la cittadinanza onoraria”.
Ufficio Stampa del Comune di Bronte