Sono passati oltre due mesi, dal tragico terremoto dell’Abruzzo, ma ancora molti sfollati vivono nelle tendopoli. La notte del 6 Aprile, alle 3,32 una scossa di magnitudo 5,8 della scala Ritcher, colpiva gran parte dell’Abruzzo, e le regioni limitrofe, seguita da oltre 150 scosse. Questa tragedia provocava ben 308 vittime, e 1600 feriti di cui 200 in gravi condizioni. Interi quartieri, paesi e frazioni, venivano ridotti ad un cumulo di macerie, edifici definiti “strategici” tra cui la Prefettura dell’Aquila ed un ospedale, subivano gravi danni, a L’Aquila crollava pure la casa dello studente, provocando il decesso di 4 studenti. Ben 65.000 gli sfollati, che sono stati ospitati da parenti, negli alberghi o in alcune tendopoli sistemate dalla Protezione Civile. La Croce Rossa Italiana, con i suoi volontari, opera in queste zone, sia come assistenza sanitaria, sia come assistenza logistica, e tra i tanti volontari accorsi da ogni parte d’Italia, ci sono anche dei nostri compaesani, partiti da Maletto, Bronte e Randazzo, per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Qualche giorno fa, sono rientrati dall’Abruzzo due volontari di Bronte ed una di Maletto, il loro periodo passato a L’Aquila, sarà per loro un ricordo indelebile. I ragazzi lavoravano presso il campo base a L’Aquila, preparando oltre 3000 pasti al giorno. Un’esperienza unica, tragica, che permette di dare un piccolo aiuto a chi, in una notte, ha perso tutto, ha visto cambiare la sua vita, o addirittura ha perso le persone più care. Molte cose, anche scrivendole, non potrebbero essere comprese, ma la tragicità di quello che è accaduto, lo si può benissimo vedere nelle foto di seguito, noi di bronte 118, come sempre, ve le mostriamo in modo da rendervi conto personalmente di come sia brutta la situazione, e ricordandovi ( se potete) di aiutare questi nostri sfortunati connazionali.
Lo.Sta.