Il 9 giugno 2009 entra prepotentemente e con merito nella storia dell’economia agricola di Bronte. Ieri, infatti, la Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ha pubblicato il disciplinare che conferisce al “Pistacchio verde di Bronte” la Dop, ovvero la Denominazione di origine protetta. Un obiettivo che i produttori brontesi inseguono dal 2002, quando l’associazione “le Sciare” di Bronte ha presentato l’istanza al Ministero alle Politiche Agricole per ottenere un riconoscimento che passo passo il senatore Pino Firrarello, il presidenteGiuseppe Castiglione e l’europarlamentare Giovanni La Via, nell’espletamento dei propri compiti istituzionali a vari livelli, hanno seguito per valorizzare un prodotto agricolo fra i più buoni a mondo e che da lustro al paniere dei prodotti tipici dell’Etna e per difenderlo da importazioni di qualità certamente inferiore. “Abbiamo difeso – afferma il sindaco Pino Firrarello – 5000 produttori da qualcuno che ha pensato solo ad arricchirsi. Il pistacchio di Bronte va salvaguardato e difeso da ogni tipo di speculazione ed ogni interesse illegittimo, essendo l’immagine di Bronte ed il frutto del sacrificio di tanti produttori che, assieme all’intera economia che ruota attorno all’ “Oro verde” né trarranno certamente beneficio”. “Con orgoglio – ha affermato il Presidente della Provincia regionale di Catania Giuseppe Castiglione – festeggiamo un prestigioso riconoscimento che giunge oggi come importante coronamento di numerose iniziative intraprese negli anni. Un impegno e un obiettivo che ho assunto in prima persona sin da quando ero Assessore Regionale all’Agricoltura e che poi ho continuato a perseguire nel ruolo di parlamentare europeo nella Commissione Agricoltura. Un iter lungo e articolato, che non ho mai tralasciato di seguire e che oggi dà i frutti attesi. Nel mio attuale incarico di presidente della provincia di Catania pertanto non posso che esprimere la mia piena soddisfazione per un traguardo tanto ambito che non solo darà maggior impulso ad un marchio agro-alimentare già affermato, ma sarà anche rilevante per il più ampio rilancio dell’agricoltura siciliana in Europa e all’estero. Infatti siamo convinti che la crisi economica vada affrontata attraverso l’offerta di prodotti di qualità certificata e di provata specificità capaci di invogliare i consumatori di tutto il mondo. Le produzioni che conservano le tradizioni siciliane sono preziose perché valorizzano il legame con la cultura e l’ambiente specifico in cui esse sono generate. Il Dop al pistacchio verde di Bronte si inserisce in un contesto più ampio di promozione delle attività agricole siciliane che puntano all’incremento dell’offerta turistico-gastronomica del nostro territorio. D’altra parte nell’ultimo decennio la crescita del turismo eno-gastronomico è stata davvero impressionante; un realtà che interessa 4-5 milioni di viaggiatori in grado di movimentare un importante acquisto dei prodotti tipici dei territori visitati. Una ricchezza unica del Bel Paese che non ha confronti come potenzialità rispetto al resto del mondo. Un prodotto, il pistacchio, che sicuramente troverà sempre più spazio non solo nelle nostre tavole ma anche nel consumo mondiale, per le sue proprietà nutritive e salutistiche, di alimento antiossidante in grado di diminuire il colesterolo e di prevenire alcune tipologie tumorali. Un dono di Bronte alla Sicilia e all’Italia”. “La produzione di pistacchio brontese – ha aggiunto l’europarlamentare prof. Giovanni La Via, ex assessore regionale all’Agricoltura – ottenuta in condizioni pedoclimatiche che rendono difficile la competizione con gli altri paesi produttori, ha un mercato di nicchia grazie alle peculiari caratteristiche gustative. E’ un prodotto di valore della nostra a agricoltura, ed abbiamo fatto il possibile per tutelarlo, dando un segnale chiaro sulla volontà di sostenere, promuovere e difendere un settore produttivo importante per l’economia di tante famiglie e per la difesa del territorio dal rischio di abbandono”. Entusiasta il presidente del “Consorzio di Tutela del Pistacchio verde di Bronte”, Biagio Schilirò: “Sono estremamente contento del riconoscimento comunitario, – ci dice – sia personalmente essendo stato presidente dell’associazione “Le Sciare” che nel 2002 ha presentato l’istanza, sia come presidente del Consorzio. Adesso abbiamo le armi per difendere il nostro pistacchio dalle frodi, con il produttore che torna ad essere essenziale per la certificazione del prodotto. Chi si fregia del marchio Dop dovrà assoggettarsi ad un piano di controllo, approvato dal Ministero, garanzia di qualità e originalità”.
L’Ufficio Stampa