Manca il numero legale. Il Consiglio dell’Unione dei Comuni Etna- Nebrodi – Alcantara convocato dal presidente, Vincenzo Sanfilippo, non si celebra, ed il territorio dei 13 Comuni che va da Motta Camastra fino a Bronte perde l’opportunità di partecipare ad un bando per realizzare un progetto di sviluppo economico attraverso il “cicloturismo”. Il Consiglio dell’Unione è costituito da 30 componenti. Ne fanno parte di diritto i sindaci ed alcuni consiglieri comunali dei Comuni più popolosi. Per essere valida una seduta lo statuto recita che bisogna che siano presenti “almeno un terzo dei componenti che rappresentino la maggioranza della popolazione totale residente nel territorio dell’Unione”. Non bisogna però per forza essere presenti fisicamente. È possibile, infatti, partecipare alla seduta collegandosi anche da remoto. Alla fine, nonostante si fosse atteso per circa 2 ore che gli assenti si collegassero, il presidente Sanfilippo ha dovuto prendere atto che la seduta andava rinviata. “Dovevamo approvare argomenti importanti. – spiega Sanfilippo – Dovevamo rivedere alcuni aspetti della strategia da utilizzare per lo sviluppo dell’Area ed approvare un documento a sostegno degli ospedali di Bronte e Taormina.
Questi argomenti potranno essere riproposti, ma l’assenza di alcuni consiglieri e dei Comuni di Moio Alcantara e Randazzo ha fatto sì che perdessimo definitivamente l’opportunità di approvare un progetto sulla “green comunity” offerto da alcuni professionisti. Il bando di riferimento, infatti, scadeva l’11 luglio. Il territorio ha perso una grande opportunità”. Per il sindaco di Maniace, Franco Parasiliti, il fatto che i consiglieri possano collegarsi da remoto paradossalmente favorisce le assenze: “Lo so che sembra strano, – afferma – ma prima di approvare la partecipazione anche da remoto non è mai saltata una seduta per mancanza di numero legale”. Da Ufficio Stampa
Questo fatto grave, oltre ad arrecare un probabile danno alle Comunità, fa notare la mancanza di rispetto da parte di alcuni Amministratori, nei confronti dei loro cittadini e delle Istituzioni. Nessuno obbliga i nostri politici a fare parte dell’Unione, ma se hanno voluto entrarci hanno l’obbligo di porre in essere ogni atto che possa portare benefici al proprio territorio. Una vergogna, visto che non trovano neanche il tempo di collegarsi da remoto, e nel frattempo i bandi scadono e sono gli altri ad averne vantaggio. Fatevi un bell’esame di coscienza cari politici, e se non avete voglia o tempo di lavorare per il Vostro stesso territorio mettetevi da parte prima che sia troppo tardi (NDR).