Ad agosto, quando siamo scesi al Colleggetto – Campo San Nicola – c’era una giungla: alberi, rovi, erba alta quanto un uomo. Non era facile crederci, però bisognava fare di necessità virtù. Il coraggio, come sempre, è venuto dai ragazzi. È bastato dargli un pallone, e hanno cominciato a giocare, a correre come se non avessero mai conosciuto un campo artificiale. Non hanno mai detto “ma”, in quel campo hanno giocato. E basta. Allora, se ce ne fosse bisogno, il calcio ha ripetuto – come fa da decenni – la sua magia: quella che con la mente non riesci a capire, ci devi mettere il cuore. E così, dopo dieci mesi, siamo qui a chiudere un’annata diversa, speciale, perché ha dimostrato a tutti che i ragazzi di oggi non sono diversi: si adeguano a quello che gli forniamo, a ciò a cui li abituiamo. L’uomo è nato per adattarsi, insomma da sempre: “u mortu ‘nzigna a ciangiri.” E così abbiamo pensato che era l’anno giusto per ricordare un grande del calcio brontese e siciliano: Nunzio Calì, storico presidente del Bronte, che al San Nicola faceva spettacolo ed era punto di riferimento del calcio siciliano. Quella terra che oggi calpestano i nostri ragazzi è stata calpestata da tanti campioni e da grandi Uomini. Oggi, ad omaggiarlo ce n’erano tanti: Venero Rapisarda, Alfredo Catania, Roberto Cannata, Turi Bella, Carlo Cammarata,Orazio Marino, Gino Lazzaro, Peppe Anastasi, Sarò Scala, Giacomo Straci, Paolo Catania, Nino Martelli, Ignazio Orefice Ciccio Lombardo e tanti altri che avrebbero avuto il piacere di ricordare il Presidente, se avessero potuto.
Per l’occasione, abbiamo ricordato il Genio di quel Bronte, il numero 10, il grande Tano Scala. Lo abbiamo fatto con la moglie, i figli e il fratello. E insieme a lui abbiamo celebrato il ricordo di un altro ragazzo stupendo: Emanuele Piazza, un bomber vecchia maniera che in questo campo ha esordito all’età di 18 anni. Un guerriero dalla passione smodata per questo sport, con noi la moglie e i figli. Poi ce lo eravamo promessi da tempo: dare un riconoscimento sincero all’uomo che da sempre ha coccolato, “allattato” ogni ragazzo che si è avvicinato a quella maglia, a quel campo, a quei colori. Una parola di scherzo per tutti, una bevanda a “pagherò”, sempre al servizio del Bronte e di noi ragazzi. Con la sua umiltà e la sua dedizione , abbiamo detto grazie a Nino Spatafora, che con le lacrime agli occhi ci ha ringraziati tutti. Infine, i nostri ragazzi, a ricordarci che la magia non finisce: che il pallone continuerà a rotolare, erba o terra che sia, polvere o non polvere… quel pallone si rincorrerà sempre. Grazie a tutti. Grazie al calcio.





