«La notizia di reato è infondata e quindi si deve procedere con l’archiviazione dell’indagine». Il gip Pietro Currò ha accolto la richiesta della procura e con un’ordinanza di sei pagine ha messo fine a un’odissea che ha coinvolto due carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Randazzo. I due sono stati accusati di calunnia da tre uomini che erano stati sottoposti a un controllo stradale nel 2022. Durante gli accertamenti ci furono delle tensioni, così come si evince dalle annotazioni di servizio depositate alla procura di Catania e alla magistratura minorile, visto il coinvolgimento anche di persone che non avevano compiuto la maggiore età. I due procedimenti si sono conclusi con un’archiviazione. Da questo epilogo è nata una denuncia a carico dei due militari accusati di aver riportato il falso negli atti. Il pm, a conclusione delle indagini, ha chiesto l’archiviazione al gip ma l’avvocato dei denuncianti si è opposto. Durante l’udienza camerale i due carabinieri hanno voluto fare dichiarazioni spontanee per chiarire meglio quanto accaduto e quanto sottoscritto. Il gip ha ritenuto infondate le accuse: «Il contenuto dell’annotazione di polizia giudiziarie appare completo nella descrizione» e non ci sono profili «neppure lontanamente integranti la falsità ideologica» paventata dal legale dei denuncianti. Il gip, evidenzia, infine che l’unica «discrepanza» lamentata «può essere frutto di un mero errore di percezione dei militari ma non vale minimamente a integrare l’elemento soggettivo richiesto» dei reati ipotizzati.
«Accolgo con viva soddisfazione l’ordinanza di archiviazione del procedimento penale infondatamente e calunniosamente aperto a carico di due giovani e onesti servitori dello Stato, appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Il GIP, con l’archiviazione in oggetto, ha definitivamente e incontrovertibilmente consentito che la verità dei fatti fosse finalmente ristabilita, restituendo onore e rispetto a chi ha soltanto svolto il proprio dovere. Auspico che tale vicenda possa essere un monito per chi in futuro intendesse infangare l’immagine e il corretto operato di chi, tutti i giorni, indossa una divisa per tutelare la libertà e in generale i diritti di noi tutti», commenta Concetta Rita Gabriella Mingiardi, che ha assistito i due carabinieri. Sul caso è intervenuto anche il segretario provinciale del Sim Carabinieri, Gianpiero Tosto: «Esprimiamo la nostra vicinanza ai colleghi coinvolti, che hanno sempre agito nel rispetto della legge e con senso del dovere. Questo esito rafforza la nostra fiducia nella giustizia e ribadisce l’importanza di tutelare l’onorabilità e l’operato quotidiano delle forze dell’ordine, spesso esposte a strumentalizzazioni e denunce infondate». Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 20-05-2025