«Questo territorio non ha più un ospedale in grado di garantire ai residenti il diritto alla Salute. Le scelte effettuate penalizzano i territori di periferia». Sono le parole del neo consigliere provinciale Graziano Calanna, pronunciate in occasione del convegno organizzato dal Pd, dal titolo “La Sanità che vogliamo”. Calanna, al primo intervento pubblico da consigliere provinciale, alla presenza del segretario regionale del Pd, on. Anthony Barbagallo, della collega Pia Giardinelli, del consigliere comunale di Biancavilla, Melissa Pappalardo, del presidente del Circolo del Pd di Aci Sant’Antonio, Maria Grazia Scuderi, ma soprattutto alla presenza dell’ex ministro per la Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato quella che lui stesso ha definito «una grande disparita di trattamento fra territori a danno dei cittadini». «E non posso definirla diversamente – infatti ha affermato Calanna – per anni abbiamo assistito a continui tagli e soppressioni di servizi all’ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte, unico presidio ospedaliero a servizio del versante nord ovest dell’Etna. Poi guardo la città di Catania è, come tutti, mi accorgo che sono numerosi gli ospedali. Facendo l’analisi della popolazione nel territorio, però, mi accorgo che in tutta la provincia di Catania ci sono appena più di un milione di abitanti.
A Catania città solo 300mila. Perché allora, mi chiedo, gli ospedali sono tutti concentrati lì? Che modello di sanità stiamo garantendo agli altri 700mila? Se è quello offerto per l’ospedale di Bronte, qualcosa non funziona». E Calanna, subito dopo l’incontro, ha consegnato al segretario Barbagallo e all’ex ministro Speranza, un report sulle attuali condizioni della Sanità nel territorio. «Il report – spiega Calanna – evidenzia come vi sia una grave carenza di personale in tutti i reparti, la ginecologia esiste sulla carta e le ostetriche si limitano a supportare i trasferimenti in ambulanza verso altri ospedali. L’ortopedia ormai è solo un servizio da svolgere una volta la settimana, Il Punto nascita non c’è più, l’endoscopia è stato chiuso e il Pronto soccorso funziona solo grazie a medici pagati a gettone». Fonte “La Sicilia” del 06-05-2025