Il dramma vissuto dai territori dell’intero versante nord dell’Etna e di parte di quello meridionale dei Nebrodi, che temono di perdere i servizi ospedalieri, a causa della riduzione dei posti letto da 44 a 14 per l’ospedale di Bronte, sarà motivo di dibattito sia alla Camera dei Deputati, sia a Palazzo Minoriti. L’onorevole Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd, infatti, è pronto a presentare una interrogazione al governo Meloni: «Pur essendo la Sanità gestita dalla Regione Sicilia, – spiega Barbagallo – ritengo che il Parlamento debba chiedere al Governo di verificare se la bozza di rete ospedaliera redatta dalla Regione siciliana rispetta le normative nazionali e comunitarie. Mi chiedo, infatti, se sono state ampiamente rispettate le procedure di consultazione e tutela dei cittadini. Ricordo a me stesso per primo – continua l’onorevole Barbagallo, che la Costituzione e le leggi sanciscono che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua residenza, debba avere accesso alle cure necessarie e che i servizi sanitari devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, per assicurare un’offerta minima uniforme». E a sollecitare Barbagallo a presentare l’interrogazione è stato il capogruppo del Pd in Consiglio metropolitano di Catania, Graziano Calanna, insieme a tutti i componenti del Circolo del Pd di Bronte. «Precisiamo un aspetto – afferma Calanna – Nessuna guerra campanilistica contro Paternò, dove i posti letto sono stati aumentati. Sono anzi contento che l’Asp intenda valorizzare un ospedale a noi più vicino rispetto a Catania.
Privare però un intero territorio di oltre 50mila abitanti che va da Cesarò fino a Castiglione di Sicilia di un ospedale efficiente è un errore che la Regione non può commettere. Personalmente – continua – vedrò come possibile coinvolgere nel dibattito il Consiglio provinciale. So bene che le competenze in materia di Sanità sono esclusivamente della Regione. La Città metropolitana, però, per Statuto, “ispira l’azione politica ed amministrativa alla cura degli interessi dei cittadini e alla tutela dei loro diritti, nel rispetto dei principi di uguaglianza enunciati dalle Costituzione”, e a nostro avviso il ridimensionamento degli ospedali di periferia è discriminate nei confronti della popolazione che in queste zone vivono». Fonte “La Sicilia” del 20-07-2025