«L’appello era accorato e la lettera inviata a tutti i sindaci della Città metropolitana, estremamente dettagliata e allarmante. Ma a quanto pare sembra caduta nel vuoto». È quanto, con amarezza, afferma il sindaco Pino Firrarello nel constatare che alla sua richiesta di una “azione congiunta e risoluta a tutela dei cittadini” contro l’imminente e drastico aumento delle tariffe del servizio idrico, pare che nessun sindaco sia interessato. O meglio finora nessuno ha risposto alla lettera o confermato verbalmente il suo assenso. «La lettera – ci spiega Firrarello – metteva in guardia i colleghi sindaci sulle cifre che si delineano nel Piano economico finanziario (Pef) proposto da Ati Catania, che avrebbero quadruplicato il costo per i cittadini dei canoni idrici. A Bronte, per esempio, la tariffa idrica annuale per una famiglia media passerebbe da 204 a ben 881 euro, con un ulteriore incremento del 10% annuo per i successivi 5 anni. Un onere insostenibile per le famiglie». Così, dinanzi al silenzio generale il sindaco Firrarello, rattristato, ha affermato: «Comprendo appieno che i sindaci affrontano ogni giorno innumerevoli problemi e che le nostre scrivanie sono sommerse da lettere di ogni tipo. Esistono però questioni che non possono essere messe da parte e problemi che richiedono una risposta chiara, ferma e immediata».
Per Firrarello, infatti, l’incremento esponenziale delle possibili future bollette del servizio idrico rappresentano una minaccia diretta al benessere economico delle comunità. «Noi sindaci – continua – siamo i diretti referenti dei nostri elettori, persone che in noi hanno riposto la loro fiducia. È un nostro dovere morale, un imperativo categorico, dare risposte concrete a chi ha riposto in noi le proprie speranze. Non possiamo permettere che i costi di gestione e di investimento di un nuovo gestore ricadano interamente sulle spalle dei cittadini. Non è accettabile, non è sostenibile, non è giusto». Di conseguenza, concludendo, ribadisce: «Invito nuovamente i sindaci a respingere il Pef e ad unirsi al fine di avviare un’azione che difenda il diritto dei cittadini a un servizio idrico equo e accessibile». Fonte “La Sicilia” del 22-09-2025