Patti Portero è una turista americana in vacanza in Sicilia con il marito. Vengono da Naples, in Florida, ed è la seconda volta che mettono piede in terra di Trinacria. Stavolta, da Taormina, hanno chiesto alla loro guida di percorrere i tornanti che portano a Bronte per partecipare in prima persona alla raccolta dei pistacchi. «Mio padre è nato a Bronte nel 1904 – racconta la signora Portero mentre con il marito raccoglie i frutti – ma a quattro anni la sua famiglia emigrò negli Usa dove sono nata. Non avevo mai visto il pistacchio sugli alberi, né potevo immaginare un’esperienza meravigliosa come questa, per me è un grande privilegio». L’idea di invitare i visitatori a raccogliere uno ad uno i pistacchi sui sinuosi alberi che affondano le radici nella pietra lavica di contrada Rizzonito, è di Carmelo Schilirò, avvocato penalista folgorato sulla via dell’agricoltura, che ha appeso la toga al chiodo per dedicarsi al turismo rurale. «L’idea è condividere la bellezza di un paesaggio unico al mondo – spiega – che si trova solo qui, a Bronte. Ci sono altre coltivazioni di pistacchio in Sicilia, a Raffadali, e in Italia esiste anche una piccola estensione in Basilicata, ma qui abbiamo il valore aggiunto dell’Etna che regala al nostro pistacchio dop una qualità appena superiore. Che devo dire? A me entusiasma vedere persone che arrivano qui da 10mila km di distanza per vivere l’esperienza di raccogliere il pistacchio dall’albero, togliere il mallo e assaggiarlo. Il piacere di far vedere il bello della natura, e l’albero di pistacchio è bellissimo oggettivamente, è impagabile. Sei mesi fa sono venuti dei turisti giapponesi e una signora si è messa in ginocchio davanti all’albero di pistacchi, è stata una grande emozione». Linda Cotugno, insegnante d’inglese al liceo Leonardo di Giarre, si occupa di internazionalizzazione e parla ai suoi studenti di prodotti tipici. Ha insegnato anche a Bronte, «ma non avevo mai raccolto il pistacchio con le mie mani – ammette – e questa esperienza la dovevo fare, per me oggi è una giornata indimenticabile».
“Battesimo” da raccoglitrice anche per Felicia Cutolo, architetta docente all’Archimede di Acireale dove insegna disegno e Storia dell’Arte. «Sono un’amante della natura – racconta – escursionista Cai, è un’esperienza unica, in primo luogo per la bellezza del paesaggio e poi per la possibilità di toccare con mano l’oro verde, mai visto sulla pianta e mai raccolto». L’occasione è unica anche per comprendere perché il pistacchio – in particolare quello di Bronte dop – costi così tanto (100 euro al kg) a cominciare dalla raccolta effettuata a mano. «Su 100 kg di pistacchio alla fine se ne ricavano solo 35 – spiega Schilirò – e anche nell’anno di scarico il terreno e le piante vanno comunque curate». Quest’anno, anno di raccolta (si raccoglie ogni due anni ndr) non è proprio da ricordare. «È andata male – rileva il produttore – per le condizioni meteorologiche e la siccità. L’anno scorso avevamo preparato il terreno e le piante per quest’anno, spogliandole una ad una dei piccoli “feti” di pistacchio, operazione che si fa per migliorarne la qualità in attesa del raccolto 2025, ma la mancanza di pioggia ci ha penalizzato». Il periodo di raccolta del pistacchio dura circa un mese, dai primi di settembre fino alla prima settimana di ottobre, e a Bronte ci sono 5/6 grandi aziende che lo producono ma lo comprano anche dai piccoli produttori per trasformarlo in pesto e creme dolci.
Un boom di gradimento, quello del pistacchio, che non conosce flessioni dal punto di vista dei consumatori (specialmente stranieri) e che, di conseguenza, soffre anche il problema delle produzioni “spacciate” per pistacchio di Bronte quando non lo sono. «Come riconoscerlo? Il gelato verde fosforescente sicuramente non è fatto con il pistacchio di Bronte – mette in guardia Carmelo Schilirò – quello fatto con il vero pistacchio di Bronte dev’essere di una nuance di beige vicina a un nocciola scarico. Per pesti e creme bisogna fare attenzione alle diciture sulle etichette. “Lavora – to” a Bronte è cosa diversa da “prodotto” a Bronte». Carmen Greco Fonte “La Sicilia” del 23-09-2025