I poliziotti della squadra mobile hanno bussato a casa di Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto ma soprattutto l’imprenditore che si è aggiudicato i lavori da 37 milioni per “abbeverare” le case degli agrigentini. Gli investigatori hanno notificato all’architetto un avviso di garanzia di 9 pagine in cui è riassunta la maxi indagine che pare stia facendo tremare anche la politica. C’è un nome coperto da omissis da scoprire. Anche perché sarebbe l’anello di congiunzione tra il sindaco della città della fragola – reduce da un patteggiamento con pena sospesa per l’inchiesta che ha coinvolto anche Maurizio Croce, ex commissario per il rischio geologico della Regione Siciliana – e Sebastiano Alesci, che è stato commissario di gara per la rete idrica della città dei Templi. Capizzi il 28 aprile scorso, quindi pochi giorni fa, sarebbe partito da Maletto, ai piedi dell’Etna, per andare nella sperduta Valguarnera Caropepe. E indovina chi ha incontrato? Proprio Alesci che, in compagnia di una persona rimasta ignota, ha consegnato una copia informatica e cartacea del progetto dei lavori di funzionalizzazione della rete fognaria del rione Fondachello-Plaia del Comune di Licata. Progetto di cui Alesci è il Rup, quindi avrebbe violato la norma sui diritti di accesso ai documenti amministrativi. Il legale di Capizzi, sindaco di Maletto a trazione Fratelli d’Italia, commenta: «L’architetto ha appreso della indagine di Agrigento e ritiene di essere assolutamente estraneo alle contestazioni mosse relativamente alla turbativa di una gara. Appronteremo ogni attività difensiva quando saranno chiarite le fonti delle accuse».
Alla base del sistema di appalti truccati scoperchiato dalla polizia agrigentina ci sarebbe “un’associazione a delinquere”. A tutti gli indagati infatti la procura contesta il reato associativo. Sebastiano Alesci, ingegnere che nella sua carriera ha avuto diversi incarichi negli enti pubblici, e un personaggio nascosto da un omissis hanno organizzato e comunque costituito e gli altri fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al reperimento e alla distrazione a fini privati di risorse pubbliche, provenienti dalla Regione Siciliana e da altre fonti di finanziamento, mediante la commissione di più delitti contro la pubblica amministrazione quali la turbativa d’asta, il peculato, la corruzione e la concussione attraverso meccanismi spartitori dei pubblici appalti degli incarichi di progettazione e di quelli amministrativi. Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 16-05-2025