«Hanno abbandonato questo territorio per privilegiare altri». È il commento più diffuso fra la gente dopo che è circolata la notizia che la bozza del nuovo piano sanitario regionale ridimensiona ulteriormente il già falcidiato ospedale di Bronte. Molti mostrano rassegnazione e ci domandano: «E’ vero che invece l’ospedale di Paternò, distante pochi chilometri di strada a scorrimento veloce dal Garibaldi Nesima e dal San Marco, è stato potenziato?». «Ci accusano – dicono altri – di volere l’ospedale sotto casa, ma c’è chi di ospedali a 2 passi ne ha anche 3». Ed i numeri sono impietosi ed alimentano la sfiducia. Bronte passerebbe dai 44 posti letto ad appena 14. I reparti di Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia verrebbero chiusi. La Chirurgia subirebbe un ridimensionamento da 8 a 2 posti letto, mentre la Medicina passerebbe da 12 a 8. Inalterati, invece, i 4 posti della Psichiatria, ma solo dopo il duro intervento del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, a Catania di fronte all’assessore Faraoni. La Regione dice di dover tagliare 365 posti letto, ma Paternò passa da 44 posti letto a 63. Chi ancora non si arrende è proprio Pino Firrarello. Dopo aver evidenziato in maniera eloquente all’assessore Faraoni tutto il proprio dissenso, il primo cittadino, infatti, ha invitato i sindaci del territorio, le organizzazioni sindacali e di categoria assieme alle associazioni e i comitati a difesa dell’ospedale a partecipare ad un vertice domani alle 18 nel Collegio Capizzi. «Abbiamo – spiega Firrarello – una settimana di tempo per presentare le osservazioni all’aggiornamento del piano della rete ospedaliera e per portare al tavolo regionale una proposta che tuteli la comunità. E sono tante le osservazioni da presentare ad un piano che ripeto umilia i territori di periferia». «Partiamo dal presupposto – continua – che questo territorio meriterebbe un ospedale di base con tutte le più importanti unità operative.
Bene, il nuovo piano non ci concede neanche un efficiente servizio di emergenza urgenza. La riduzione dei posti letto di Medicina, infatti, crea difficolta enormi nel ricoverare i pazienti. E ricordo che molti di questi provengono dalla provincia di Messina e da Comuni come Adrano che in teoria dovrebbero essere serviti da altri presidi. L’assenza di una guardia attiva pediatrica non consente di intervenire nel caso in cui arrivassero piccoli pazienti con patologie acute gravi, quali crisi convulsive, grave scompenso glicometabolico, insufficienza respiratoria ecc. Ma non solo – continua – la riduzione dell’attività e dei posti letto in chirurgia imporrà di trasferire tutti i pazienti presso altri presidi e non dimentichiamo che gli ospedali hub sono lontanissimi e che per i pazienti con patologie tempo dipendenti raggiungerli è rischioso». «In un contesto in cui la salute e la sicurezza dei cittadini devono essere priorità assolute – afferma l’assessore alla Salute del Comune di Bronte, Angelica Prestianni – la mobilitazione dei sindaci e la difesa dei servizi sanitari di base rappresentano un passo importante per contrastare le decisioni che rischiano di impoverire le risorse di questo territorio. La speranza è che questa mobilitazione porti a una revisione più equa e sostenibile della nuova rete ospedaliera regionale». Fonte “La Sicilia” del 13-07-2025