Nel solco dei sani principi riconosciuti dalla dottrina sociale e degli appelli della Chiesa cattolica, che ha sempre sottolineato l’importanza della cura della persona, l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha espresso vicinanza nei confronti dei sindaci del versante nord dell’Etna, impegnati nella battaglia a difesa dell’ospedale di Bronte, destinato, nelle previsioni della bozza della nuova rete ospedaliera regionale, ad una drastica riduzione di posti letto e di reparti. Lo ha fatto scrivendo una sentita lettera al sindaco di Bronte, Pino Firrarello. “Da tempo seguo – si legge nella missiva dell’Arcivescovo – il suo impegno di primo cittadino di Bronte che, di concerto con altri comuni limitrofi, si sta facendo carico di scongiurate la riduzione dei posti letto e la chiusura dell’ospedale locale. Sono anche io convinto che la chiusura di un presidio sanitario in un’area interna impoverisce il territorio, favorisce l’emigrazione e la perdita non solo di un servizio basilare essenziale, ma depaupera anche il tessuto sociale che in questi anni si e notevolmente arricchito della presenza di personale sanitario che li si è stabilito con la propria famiglia. Pertanto – conclude – esprimo solidarietà alla sua azione di difesa del presidio ospedaliero e mi auguro che gli organi competenti siano sensibili alla richiesta che sale da tutto il territorio”. E la lettera dell’arcivescovo ha suscitato nella Comunità non solo grande emozione, ma anche un grande senso di fiducia e di speranza: “Ringrazio l’arcivescovo di Catania – ha affermato il sindaco Pino Firrarello – per la sua solidarietà e la sua preghiera. Mi auguro che, grazie anche al suo prezioso aiuto morale e spirituale, riusciremo a difendere questo presidio di civiltà e di speranza per tutti i nostri concittadini.
Di sicuro – continua – le sue parole sono per l’intero territorio un segno di grande vicinanza e un incoraggiamento prezioso. La difesa dell’ospedale riveste un ruolo cruciale per il futuro del nostro territorio. E come ha opportunamente sottolineato mons. Renna, la chiusura di un presidio sanitario in un’area interna significherebbe impoverire la nostra comunità, spingere le giovani famiglie a cercare altrove un futuro e cancellare anni di lavoro per costruire un territorio vivace e accogliente. Il suo sostegno – conclude il sindaco – rafforza la nostra battaglia. Condividiamo il suo auspicio, affinché, gli organi competenti ascoltino la voce che si leva da Bronte e dai comuni vicini”. A sperare che l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte non venga ridimensionato, infatti, è un intero territorio con tanti paesi ed oltre 50 mila abitanti. Abitanti che hanno l’amara consapevolezza di non potere più contrastare patologie dove i tempi di intervento sono fondamentali, perché arrivare a Catania spesso non è né facile, né veloce. Eppure, nonostante ciò, per l’ospedale di Bronte è stata prevista una riduzione di posti letto di 44 ad appena 14 e la chiusura dei reparti di Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia.