Un ex detenuto al regime di 41bis, il cosiddetto carcere duro, Antonio Gaetano Di Marco, di 35 anni, si è suicidato ieri sera nell’istituto di massima sicurezza di Bicocca a Catania. L’uomo, ritenuto affiliato al clan Montagno Bozzone di Adrano, dopo avere visto la partita d’esordio dell’Italia ai campionati del mondo di calcio, è tornato in cella e si è tolto la vita soffocandosi con un busta di plastica in cui ha chiuso la testa dopo averla riempita di gas estratto dalla bomboletta che alimentava il suo fornellino da cucina. Per essere certo di non essere visto dal sistema televisivo che lo riprendeva 24 ore su 24 si è messo sotto le coperte fingendo di dormire.Di Marco, arrestato nel 2008 dai carabinieri nell’ambito di un’operazione antimafia per traffico di droga e estorsioni, era stato già condannato a 12 anni di reclusione ed era in attesa di giudizio in un processo per tentativo di omicidio. Da tempo sembra avesse dato segni di insofferenza, ma visitato da uno psichiatra non sarebbero emersi elementi di allarme. Di Marco, ex detenuto al 41 bis, da mesi era stato ammesso al circuito di alta sicurezza uno: era controllato a vista. Sul suicidio sono state avviate indagini della squadra mobile della Questura di Catania coordinate dalla locale Procura della Repubblica che ha disposto l’autopsia della vittima. Quello di Antonio Gaetano Di Marco, come riferisce l’associazione ‘Ristretti orizzonti’, è il ventinovesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno: 25 per impiccagione e 4 per inalazione di gas. Per altri 3 decessi, causati da inalazione di gas, le intenzioni suicide sono dubbie. Nelle carceri di Catania negli ultimi 5 anni sono morti 7 detenuti, di cui 4 suicidi. La morte di Di Marco è stata scoperta all’alba dai compagni di cella, con i quali l’uomo aveva guardato ieri sera in tv la partita dalla nazionale. Di Marco, cugino del boss Francesco Montagno Bozzone, l’uomo che Santo Mazzei aveva indicato come rappresentante della commissione provinciale di Cosa Nostra, “era depresso – riferisce l’associazione- dopo che la Procura di Catania aveva ordinato il sequestro dei suoi beni”. Venerdì, l’uomo era stato visitato dallo psichiatra della struttura carceraria, ma il medico non aveva notato segni di peggioramento. Ex detenuto al 41 bis, da mesi era stato ammesso al circuito di alta sicurezza uno. Antonio Di Marco “era stato condannato e poi assolto per il tentato omicidio di Gabriele Belletto Grillo avvenuto a Bronte nel 2007. Successivamente era stato arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Trash’ perché ritenuto uno dei capi del gruppo mafioso del clan di Montagno Bozzone per il quale avrebbe curato il traffico della droga, le estorsioni e la detenzione di armi”.
Fonte la sicilia web