Hanno concluso i festeggiamenti per il bicentenario dell’arrivo a Napoli della loro fondatrice in una Basilica di Santa Maria gremita di tanti fedeli, che alla fine le hanno ringraziate con un lungo applauso. Le suore di Carità dell’istituto Santa Giovanna Antida di Randazzo, oggi guidate dalla superiora suor Antonietta Belgiovine, infatti, da ben 133 anni, per la medievale cittadina, sono un sicuro punto di riferimento educativo e sociale, come ha ribadito padre Enzo Calà durante l’omelia della Messa a chiusura delle celebrazioni. «Il bene che le suore di Carità hanno compiuto nella nostra città – ha affermato – è noto a diverse generazioni. Le nostre comunità sono grate alle suore di ieri e di oggi per il bene che hanno compiuto e continueranno a fare, chiamate a continuare l’opera di Giovanna Antida». L’affetto dei randazzesi verso questo istituto che rappresenta storia e tradizione non è casuale, ma affonda le radici nella storia. Le suore arrivarono a Randazzo nel lontano 1877, chiamate dal sindaco del tempo Giuseppe Fisauli Vagliasindi. Furono accolte nell’ex monastero delle monache benedettine di Santa Caterina. Scopo della missione era quello di istruire ed educare la gioventù femminile nella scuola elementare e i bambini poveri. Per questo l’anno dopo fu aperto l’asilo infantile San Giuseppe e poi l’orfanotrofio Sacro Cuore, Casa della fanciulla. Nel 1950 fu aperta la scuola media femminile dare istruzione alla gente analfabeta. Fu aperta anche una scuola di ricamo e di cucito sovvenzionata dal Comune, con le suore capaci negli anni di incrementare il livello di istruzione, fino ad arrivare all’apertura dell’istituto Magistrale del 1970. Ma in tutti questi anni le suore di carità di Randazzo si sono distinte per i vari servizi nelle parrocchie, all’ospedale ed alla Casa di riposo. Ancora oggi, nonostante la crisi delle vocazioni e la chiusura del Magistrale, rappresentano un valido punto di riferimento educativo e continuano a tenere viva a Randazzo la fiamma della carità. Non a caso suor Antonietta ribadisce sempre: «Dove c’è Eucaristia c’è la carità».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 03-01-2011