Crolla un muro nella cripta della Basilica di Santa Maria e torna alla luce un enorme ossario grande almeno 5 metri quadrati. A scoprirlo è stato il parroco, l’arciprete Enzo Calà cui si deve il merito di aver riaperto al pubblico la cripta per le funzioni religiose. «Facendo delle pulizie – ci dice padre Enzo – abbiamo scoperto l’ossario e quindi abbiamo avvisato le autorità competenti per il necessario trasporto dei resti presso il cimitero. Un tempo i defunti venivano seppelliti in chiesa. Ci sono scritti che testimoniano la riesumazione delle tombe delle famiglie nobili poste nei pressi degli altari. Non è assurdo quindi immaginare che l’ossario sia stato murato nel diciannovesimo secolo a seguito della esumazione dei tanti defunti seppelliti nella chiesa». Che i resti risalgano a centinaia di anni fa lo si capisce dal fatto che più che le ossa è rimasta la polvere. Già da oggi comincerà l’opera di traslazione autorizzata sia dal Distretto sanitario di Bronte dell’Asl 3 sia dai carabinieri. Ieri (presente il sindaco, prof. Salvatore Agati e i militari dell’Arma), il dott. Francesco Del Campo, responsabile dell’Unità operativa Igiene pubblica, e il dott. Salvatore Gemelli, responsabile dell’Ufficio di Medicina legale e necroscopica, hanno effettuato un sopralluogo. «Le ossa con grandissima attenzione e rispetto – ci dice il sindaco – saranno poste delle cassette e trasferite all’ossario del cimitero. L’ossario è stato murato sicuramente fra la fine del 700 e l’inizio dell’800. I resti umani sicuramente appartengono a persone vicine alla Chiesa e che in Chiesa hanno chiesto di essere tumulati. Grazie a questo ritrovamento abbiamo portato alla luce un’altra pagina della storia di questa basilica e di Randazzo».
Fonte “La Sicilia” del 14-03-2008