Il Comune di Randazzo affida ad una società privata gli accertamenti sulle superfici delle abitazioni al fine di per rilevare le evasioni sul pagamento della Tarsu, ma le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cia contestano termini e modi. «Questi accertamenti – scrivono in un manifesto – contrastano con quelli effettuati dal Comune nel 1991, di conseguenza non si comprende la richiesta di maggiorazione per “infedele denuncia”. Parecchi accertamenti contrastano con il regolamento comunale della Tarsu, con quello delle entrate e con le normative vigenti. Per questo invitiamo l’Amministrazione a sospendere “le procedure coatte” di riscossione derivanti da tali accertamenti, che sono a dir poco discutibili, e di individuare strumenti più efficaci, meno vessatori e più rispettosi della normativa vigente». «In questi ultimi anni il costo del servizio di nettezza urbana è cresciuto in maniera esponenziale – replica l’assessore al Bilancio, Alfio Ragaglia – E per evitare che il costo della spazzatura venisse aumentato di oltre il 30% si è proceduto ad effettuare una verifica sulla superficie imponibile iscritta a ruolo attraverso procedure legittime, quale la banca dati del Catasto metrico. E’ risultato che circa 1.500 abitazioni, circa il 25% del paese, sono iscritte al ruolo con una superficie inferiore rispetto alla superficie catastale. Ci è sembrato equo far pagare chi fino ad oggi aveva pagato meno. E poi, contrariamente a quanto si dice in giro, non è stata applicata alcuna sanzione».
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 17-10-2010