Ricorre oggi il trentennale di una delle pagine più tristi della storia di Randazzo. Trenta anni fa un’eruzione dell’Etna minacciò il paese e distrusse una delle più fertili e floride zone agricole. Una lunga striscia di terreno a cavallo fra Randazzo e Montelaguardia, fu sepolta sotto 30 milioni di metri cubi di lava, che cancellò una grossa fetta di economia di un paese dedito alla viticoltura. Il 17 marzo 1981 si registrarono centinaia di microscosse, poi alle ore 13,37, si è aperta una frattura che si è propagata verso valle fino a quota 1800 metri, da dove alle 18,55 è iniziata l’eruzione. L’Etna ha cominciato ad eruttare fluidissima lava che in appena 12 ore coprì sei chilometri, passando fortunatamente a metà strada fra Randazzo e della frazione di Montelaguardia ed interrompendo la statale 120, le linee ferrate della Ferrovia Circumetnea e delle Fs, e la provinciale per Moio Alcantara. Il paese era salvo, ma continuò a tremare l’indomani. A quota 1150, alle 10,30 si aprì una seconda frattura che ha cominciato ad eruttare lava in direzione dell’abitato. Fortunatamente però questa percorse appena un chilometro, prima di fermarsi del tutto.