Il “Comitato associazioni dell’ Etna”, cui appartengono, in rappresentanza di oltre seimila soci, l’associazione “Produttori Mele dell’Etna” di Zafferana, il consorzio “Aetna Terrarum” di Pedara, i “Fungaioli siciliani” di Pedara, i “Produttori ciliegie dell ‘Etna di Giarre, l’associazione “Etna E20” di Nicolosi, l’associazione “Ecologia Siciliana” di Bronte, i “Comitati cittadini per lo sviluppo del versante nord-ovest dell’Etna”, il consorzio “Etna fragole” di Maletto e la cooperativa produttori “Pistacchio smeraldo” di Bronte, ha inoltrato, al presidente della Regione e all’assessore regionale per il Territorio e Ambiente, una richiesta di moratoria riguardante il “Piano territoriale del Parco dell’Etna”. “Premesso che – si legge nel documento – il Parco dell’Etna è un agro-sistema che comprende territori di diversa tipologia colturale; che gli orientamenti al Piano, individuati nel 1992, non sono più attuali alle esigenze del territorio, quindi obsolete, dopo 17 anni; che si darebbe adito al collasso della condizione socio-economica precaria dell’area etnea; che visti i particolari momenti di disagio sociale, non appare giusto togliere ogni possibilità a chi nella coltivazione o nelle attività correlate ad essa possa trovare un’alternativa alla mancanza di lavoro”, il comitato chiede, in sostanza, di bloccare l’iter per l’emanazione di qualunque direttiva assessoriale che possa dare luogo all’effettiva applicazione dell’adottato Piano territoriale ( delibera n. 10 del 17-03-2003 del Consiglio del Parco), per evitare che vengano emanate disposizioni normative non confacenti alle effettive e attuali esigenze di quanti operano sul territorio”
Grazia Calanna fonte “La Sicilia” del 13-05-2009